Riaprire le antiche «miniere d’oro» di Gargnano e dei paesi dell’alto Garda, che hanno vissuto per secoli coltivando limoni e arance, esportando il prodotto in mezza Europa. Oggi solo alcuni privati continuano la coltivazione degli agrumi nelle antiche limonaie, La Malora gestita a Gargnano dalla famiglia Gandossi, e quella del Pra’ de la Fam in mano al comune di Tignale che si avvale del contributo d’esperienza di Agricoop di Gargnano.
La cooperativa sociale festeggia i 43 anni e dà lavoro ad una sessantina di persone anche appartenenti a categorie disagiate operando nel settore del verde pubblico e nella tutela ambientale. Il progetto è «mio, dei soci e di Davide Zanola, che nel 2017, a capo della Agri Tecnica, si è unito a noi portando esperienza e capacità – afferma il presidente di Agricoop Francesco Capuccini – e procede a gonfie vele». Grazie a Fondazione Cariplo, Regione e Comunità montana, con aiuti concreti si sta cercando di riportare in vita vecchie limonaie scarsamente o per nulla produttive.
La proposta, che sta convincendo molti, è di un comodato d’uso di 5 anni rinnovabili: accanto al ripristino delle limonaie, si propongono anche corsi su coltivazione epotatura degli agrumi. «Una scommessa che possiamo e vogliamo vincere valorizzando agrumi antichi come il limone Madernino che cresce sono in questa area del lago. È stato ritrovato il vecchio arancio Portogal di Lorenzo Trevisani che si regalava ai bambini a Santa Lucia fino a metà del secolo scorso». Ma si cerca anche di far ripartire la coltivazione di ortaggi che crescevano in simbiosi nelle limonaie, costruite con strutture in pietra e chiuse in inverno con assi d legno e lastre di vetro.
«L’obiettivo è produrre limoni d’alta qualità per portare ricchezza, ricreare quello che per secoli hanno rappresentato le limonaie e utilizzare il prodotto per marmellate, succhi e canditi – affermano Capuccini e il vice Zanola – coinvolgendo altre realtà produttive gardesane». Già molti negozi e market stanno prenotando gli agrumi dell’alto Garda.
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