Lago di Garda, crisi idrica sempre più grave: diminuito il deflusso nel Mincio

Il Garda piange di un pianto senza lacrime, perché ogni goccia va risparmiata: da oggi dalla diga di Salionze usciranno verso il Mincio 9 metri cubi di acqua al secondo, non più 14. Una misura resasi necessaria per salvaguardarlo in vista della bella stagione.

Per salvarlo, anzi, da una siccità mai vista: ieri il più grande lago della nazione, il bacino d’acqua potabile più importante d’Italia, risultava «pieno» al 35% e registrava un’altezza idrometrica di 43,5 centimetri. Un anno fa lo stesso dato era 105. E un afflusso bassissimo, ai minimi storici: il Sarca ieri pomeriggio ha portato al Benaco 2,3 metri cubi di acqua al secondo.

Non stanno meglio gli altri laghi: il Sebino cronicamente in negativo (ieri -8,2 centimetri, ma un anno fa si registrarono -14,5 centimetri), con un riempimento pari al 15,7%; l’Eridio è lì, ieri lievemente più alto rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente (367,96 metri, vale adire 15 centimetri in più), ma con una disponibilità di risorsa idrica al 23,3%.

EMBED [Leggi anche]Così, e in perfetta linea con il summit convocato per oggi dalla Comunità del Garda proprio per fare quadrato con Aipo e i Consorzi del Mincio e Garda-Chiese, ieri è arrivata la decisione della stessa Agenzia interregionale per il fiume Po: la diminuzione del deflusso della portata in erogazione dell’edificio regolatore di Salionze da 14 a 9 metri cubi al secondo, a cominciare dalle 8 di stamattina.

Mai così basso negli ultimi 30 anni, eccezion fatta per il febbraio del 2016, quando il deflusso venne portato a 9 metri cubi e il lago toccò il livello di 53 centimetri.  Una riduzione maggiore di quella peraltro ipotizzata in gennaio (quando si è valutata la possibilità di portarlo a 11 metri cubi al secondo), dunque, e in risposta alle richieste giunte da più parti: dalla stessa Regione, che aveva chiesto agli enti gestori di valutare le misure da porre in atto per trattenere nei bacini più risorsa idrica possibile, fino al Consorzio del Mincio, che solo pochi giorni fa aveva ritenuto la riduzione a 9 metri cubi del deflusso la misura da adottare per consentire un parziale recupero della quota idrometrica in vista dei prossimi mesi.

Mesi cruciali, i prossimi, perché il Benaco va verso la primavera e ancor più verso l’estate a riserve quasi vuote, tanto da cominciare a preoccupare non solo sul fronte dell’agricoltura, ma anche su quello del consumo umano: per affrontare con serenità la stagione irrigua servirebbero livelli attorno ai 90-100 centimetri sopra lo zero idrometrico, se di contro scendessero sotto i 30, potrebbero verificarsi problemi per gli approvvigionamenti degli acquedotti. Ieri il Garda misurava 43,5 centimetri. 

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