La Tav accelera e punta al 2026: a gennaio riparte la talpa Martina

L’alta velocità prova ad accelerare, recuperando il tempo perso a causa del Covid e i rallentamenti dovuti alla carenza di materie prime. I cantieri trapuntano ormai tutti i 48 chilometri della tratta tra Brescia e Verona, a fianco dell’autostrada A4.

L’opera più complessa è di fatto arrivata al giro di boa: il primo tunnel tra Lonato e Desenzano è stato completato a metà settembre, quando la talpa «Martina» è risbucata dal sottosuolo dopo quasi due anni di marcia. Ora per la gigantesca fresa è iniziato lo smontaggio in vista della ripartenza, prevista a gennaio.

I cantieri

Il tracciato della linea alta velocità Brescia-Verona parte (per ora) da Mazzano e raggiunge il capoluogo scaligero: 48 chilometri di nuovi binari, compresa l’interconnessione con l’asse verso il Brennero. I lavori sono affidati al general contractor Cepav Due, il consorzio Eni per l’alta velocità che riunisce Saipem, Impresa Pizzarotti (27%) e Gruppo ICM (14%) e che ha già realizzato (nei tempi previsti) la tratta Treviglio-Brescia. Formalmente i cantieri della Brescia-Verona sono partiti nel luglio 2019.

Ma prima le resistenze politiche del Governo giallo-verde, poi la pandemia Covid e le gare deserte hanno inevitabilente allungato i tempi. Dopo l’emergenza sanitaria sono arrivati anche il caro-materiali e soprattutto la difficoltà nel reperire materiali. Ecco perché certe scadenze simboliche, come l’attivazione della linea nel febbraio 2026, in occasione delle Olimpiadi di Milano e Cortina, sono ormai fuori portata.

EMBED [La grande fresa sbucata il 15 settembre scorso nel cantiere di Desenzano dopo due anni di scavo]

L’alta velocità Brescia-Verona fa però parte delle opere finanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e andrà quindi ultimata entro il 2026. «Stiamo mettendo in campo le azioni di recupero dei ritardi dovuti al Covid e alla difficoltà di trovare alcuni materiali – spiega Franco Lombardi, presidente di Cepav Due -. Siamo allineati con le scadenze del Pnrr». Il 2026 sarà dunque l’anno di attivazione linea. A spingere in questa direzione c’è anche la nomina del commissario straordinario voluto dal Governo (come per molte altre opere), così da snellire alcune procedure.

Ma soprattutto c’è che ora i cantieri stanno procedendo a pieno ritmo. La galleria. «I lavori – spiega Lombardi – sono complessivamente oltre il 40%. Si sta procedendo lungo tutto l’asse. I bandi per le opere civili sono tutti assegnati». Poi c’è la galleria Lonato, l’opera più impegnativa dell’intera tratta. Lo scavo della prima canna, avviato nell’ottobre 2020, è stato completato un paio di settimane fa. Ora tocca alla seconda.

Lo smontaggio della talpa Martina è già partito: si tratta di una fresa lunga 150 metri, pesante 1.750 tonnellate, con diametro di 10 metri. La parte anteriore (la fresa vera e propria) sarà smontata, caricata su un trasporto eccezionale all’area di servizio di Desenzano sud e riportata a Lonato sfruttando l’A4. Lo si farà a tappe, quattro sabati notte, chiudendo l’autostrada. La parte retrostante sarà trainata attraverso il tunnel scavato e riportata alla partenza. Lì, a Lonato, all’altezza della Feralpi, la fresa sarà riassemblata e potrà quindi rimettersi in moto

. «Lo scavo del secondo tunnel partirà nei primi giorni del 2023 – spiega Lombardi -. La prima canna è servita come palestra, la seconda contiamo di completarla per febbraio-marzo 2024». Dimezzando o quasi i tempi. Si lavorerà 24 ore su 24, grazie a quattro squadre operative, come avviene già ora nella fase di smontaggio. Perché il traguardo del 2026 non può essere mancato.

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