La storia dell’omicidio di Francesca Fantoni, dall’inizio

Con la richiesta di condanna all’ergastolo per Andrea Pavarini, in carcere per l’omicidio di Francesca Fantoni, inizia a volgere al termine la storia di uno dei casi di cronaca nera più efferati che Brescia abbia mai conosciuto. La raccontiamo qui, dall’inizio. 

Il giorno del delitto

Ci sono voluti due giorni per trovarla. Francesca Fantoni, 39enne di Bedizzole con ritardo cognitivo, smette di dare sue notizie sabato 25 gennaio 2020, quando esce di casa per incontrare gli amici. Di lei viene ritrovato prima il cellulare, rotto, nella piazza centrale di Bedizzole, la sera stessa del giorno in cui i familiari sporgono denuncia per scomparsa. È un carabiniere che scopre il suo corpo nel parchetto vicino alla piazza, la mattina del 27 gennaio. Ha il viso tumefatto e gli inquirenti si mettono subito a seguire la pista dell’omicidio. Quel pomeriggio stesso viene fermato un uomo: sembra essere l’ultima persona ad aver visto Francesca.

L’arresto

L’uomo si chiama Andrea Pavarini. Ha 31 anni e abita anche lui a Bedizzole. Nella notte tra il 27 e il 28 gennaio la procura di Brescia dispone il fermo per Pavarini come indiziato principale di delitto. L’accusa è omicidio. Pavarini viene interrogato per tre ore nel carcere di Brescia, ma non ammette. Intanto però i carabinieri di Desenzano perquisiscono la sua casa e trovano vestiti sporchi di sangue. La prima ricostruzione del delitto è terribile: Francesca è stata massacrata di botte. «Crediamo a mani nude, ma stabilirà tutto l’autopsia» dicono i carabinieri. Pavarini continua a negare di essere coinvolto in qualsiasi modo nella storia, nonostante un video delle telecamere del bar Terrazze che lo ritrae mentre entra nel locale con Francesca con indosso la felpa pulita e un altro video, in via Fiamme Verdi, di un’ora e mezza dopo, in cui la felpa appare sporca.

La confessione

Ed è proprio questa felpa a inchiodare Andrea Pavarini. Le analisi del Dna confermano che il sangue ritrovato sull’indumento appartiene a Francesca Fantoni. È questo dato a far crollare il 31enne di Bedizzole, che la mattina del 29 gennaio confessa in carcere a Brescia di essere responsabile dell’omicidio di Francesca Fantoni. «Sono stato io – dice al giudice delle indagini preliminari Carlo Bianchetti, che convalida il fermo -. Abbiamo litigato e non ci ho più visto».

EMBED [DELITTO BEDIZZOLE: PAVARINI HA CONFESSATO]

Sono le uniche parole lucide di un interrogatorio spezzettato e confuso. A ricostruire l’accaduto ci pensa l’autopsia: prima di essere uccisa Francesca è stata violentata. Pavarini ha abusato di lei e poi, per impedirle di scappare o di raccontare ciò che era accaduto, l’ha strangolata. Poi è tornato a casa, passando prima da un bar per bere un bicchiere d’acqua dove è stato visto con la felpa sporca di sangue.

«Non provo nulla per il suo assassino»

EMBED [Francesca Fantoni con la sorella Elisa da bambine]

EMBED [L’intervista completa a Elisa Fantoni]Tre giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Francesca Fantoni, la sorella Elisa decide di rilasciare un’intervista ad Andrea Cittadini. Gli racconta di provare un dolore «talmente grande che in questo momento non riesco a provare alcun sentimento nei confronti di chi ha ucciso Francesca». È stata l’ultima ad averle parlato.

Il processo

EMBED [OMICIDIO FANTONI, RACCONTO CHOC]

Il processo inizia il 12 febbraio 2021 senza la presenza dell’imputato. Andrea Pavarini, accusato di omicidio volontario aggravato e violenza sessuale, dichiarato capace di intendere e volere dopo una prima consulenza di parte, non può presenziare in tribunale perché in carcere a Pavia è venuto a contatto con un detenuto positivo al Covid. Il processo inizia con le testimonianze delle forze dell’ordine e dei titolari di un bar del paese. La Corte d’Assise, presieduta da Roberto Spanó, è la stessa che ha assolto Antonio Gozzini dall’accusa dell’omicidio dalla moglie. «Sono stato io a commettere il reato e mi dispiace per quello che è successo. Tutti fanno cazzate, i giargianesi vengono in Italia e ne fanno tante. Io ho fatto questa che è la prima e l’ultima», dichiara Pavarini prima dell’inizio dell’udienza. Durante il processo Elisa Fantoni, sorella di Francesca, racconta di aver subito molestie sessuali da parte di Pavarini, che sei mesi prima dell’omicidio aveva tentato di abbassarsi i pantaloni davanti a lei per avere un rapporto sessuale. Non è un caso isolato: in passato l’assassino di Francesca era già stato denunciato per molestie da alcune donne residenti a Bedizzole. L’ultimo atto di questo processo, prima della sentenza, risale al 19 maggio, quando Pavarini in aula prova a rimangiarsi la confessione: «Non l’ho uccisa io».

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