Ha dentro un dolore incommensurabile. «Talmente grande che in questo momento non riesco a provare alcun sentimento nei confronti di chi ha ucciso Francesca». Elisa è la sorella minore di Francesca Fantoni e l’ultima ad aver parlato con la donna uccisa a Bedizzole.
Che ragazza era sua sorella?
Era semplice, solare, sempre allegra. Certo ingenua, ma buona. Pensava sempre agli altri, soprattutto aveva a cuore anziani e bambini. Nonostante la sua ingenuità non era sprovveduta e sapeva difendersi. Aveva un carattere forte, ma talvolta non si rendeva conto che poteva andare incontro a pericoli.
Che rapporto avevate?
Aveva timore di me e cercava di non far preoccupare me e mia mamma. Per questo tendeva a tenersi per sé le sue cose, compresi eventuali litigi con gli amici. Quando era fuori casa però chiamava sempre e non ci faceva mai stare in pensiero.
Anche sabato sera aveva telefonato…
Sì, alle 18 mi aveva chiamata per sapere come stavo. Io sono uscita dall’ospedale sabato mattina e, per far capire che tipo era, mi aveva fatto trovare un pacchetto regalo con delle calze di lana. «Così in casa non avrai freddo» mi aveva detto. Voleva sapere se doveva tornare per farmi compagnia, ma le avevo detto di stare tranquilla e che ci saremmo viste dopo. Mi ha spiegato allora che si sarebbe fermata fuori a cena e che era alle giostre.
E invece a casa non è più arrivata…
Quando abbiamo visto che non tornava io e mia mamma ci siamo preoccupate perché non l’aveva mai fatto di non avvisare. Il telefono risultava poi staccato, ma Francesca quando finiva la batteria si faceva prestare il cellulare dalle amiche e avvertiva. Abbiamo quindi immaginato che fosse successo qualcosa, ma mai fino a questo punto. Mia sorella aveva una vita sociale. Usciva regolarmente, andava a cena, vedeva gli amici. Due sabati fa era stata anche in discoteca all’Art, ma sapevamo sempre ogni suo spostamento.
Cosa avete fatto quindi tra sabato e domenica?
Per prima cosa abbiamo chiamato gli ospedali della zona per capire se fosse stata ricoverata. Poi domenica mattina ho iniziato a telefonare alle sue amiche che, probabilmente perché dormivano fino a tardi, mi hanno risposto solo il pomeriggio. Una di loro mi ha detto che l’ultima volta che aveva visto Francesca la sera prima era in compagnia di un ragazzo. Di un certo Andrea.
Parliamo di Andrea Pavarini, ora in carcere accusato di omicidio volontario…
Sì, lui. Mi sono fatta dare il suo numero e ho continuato a chiamarlo, ma non mi ha mai risposto. Allora sono andata dai carabinieri e ho riferito quello che mi era stato detto e che cioè mia sorella aveva trascorso la serata con questo ragazzo.
Lo conosceva già?
Una volta l’avevo mandato via perchévoleva tagliarmi la siepe del giardino di casa e non mi piaceva il suo atteggiamento. È successo sette o otto mesi fa. Avevo chiesto a Francesca che personaggio fosse e mi aveva risposto: «Lascia stare, è un rompiscatole che va suonare a casa della gente per avere soldi». Mi ricordo allora di averla messa in guardia: «Stai attenta mi raccomando perché non mi piace» le avevo detto. Ora in paese in tanti dicono che è sempre stato fissato con le donne».
Cosa prova nei suoi confronti?
Adesso nulla. Davvero nessun tipo di sentimento. Poi la rabbia uscirà ne sono sicura, ma ora sono ancora sotto choc e fatico a capire cosa è accaduto.
Torniamo alla giornata di domenica. Dove avete cercato Francesca?
Mia mamma è andata anche al parco. Ma non tanto con la convinzione di trovare mia sorella, ma per cercare il suo telefono o la sua borsa. È anche passata a due metri da dove poi è stata trovata morta. Non ha visto nulla e per questo siamo convinte che sia stata portata lì dopo l’omicidio.
Dopo la tragedia l’intero paese di Bedizzole si è stretto a voi. Ve lo aspettavate?
Assolutamente no. Voglio ringraziare tutte le persone che in queste ore sono vicine alla mia famiglia. Un affetto incredibile. Un grazie anche al sindaco e alle forze dell’ordine che non hanno aspettato le canoniche 48 ore per iniziare le ricerche, ma si sono attivate subito perché anche i carabinieri conoscevano Francesca e sapevano che non era da lei sparire. E poi continuiamo a ricevere donazioni. È incredibile.
Avete già pensato a cosa fare con i fondi raccolti?
Faremo quello che avrebbe fatto Francesca. Useremo i soldi per aiutare i bambini e gli anziani del paese.
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