Durante una passeggiata (prima dello scoppio della pandemia da Covid 19) nella città giardino di Gardone Riviera (così la definì il Vate del Vittoriale) mi sono imbattuto in un angolo suggestivo che non conoscevo. Voglio rendere nota ai miei gentili lettori la mia scoperta.
Per arricchire la mia escursione ho scattato alcune foto che qui propongo e sono andato dal parroco di Gardone, don Angelo, che mi ha fornito interessanti notizie del sito e della sua storia, e che sono da attribuire ai coniugi Scolari.
Imboccata la strada che dal Casinò conduce al Vittoriale mi sono inoltrato nel percorso che scorre sotto il Museo del Divino Infante e mi sono imbattuto in una targa turistica che indica la Valletta di Fraole. Vi ho letto che “il parco si origina nel primo ventennio del XX secolo quando costituiva una delle componenti del Vittoriale e di cui oggi rappresenta un prolungamento. Le acque che danno vita alla fontana lì collocata sono il risultato della fusione dei ruscelli che all’interno del Vittoriale solcano la valletta dell’acqua pazza e dell’acqua savia e danno origine al laghetto delle danze.
Nel parco della Valletta trovano spazio prati specchi di acqua ed un ruscello accompagnati da percorsi pedonali con una vegetazione che cresce quasi spontanea e che allieta il bel luogo.
Proseguendo nel mio itinerario mi sono imbattuto nel maestoso Portale Rivano che dà accesso alla valletta dell’acqua pazza.
Ho capito di essermi immerso nell’atmosfera romantica che il d’Annunzio aveva dato a quell’angolo suggestivo di parco ma non sapevo che la sua presenza si sarebbe manifestata, come dirò, anche più avanti.
Andando oltre ho scorto la mole di un tempietto che ho scoperto essere quello della Madonna di Fraole. All’interno è racchiusa la copia di una immagine della Vergine Maria di cui narrerò la storia.
I gardonesi la veneravano, ma la venerano tuttora, molto, e in occasione delle celebrazioni cinquennali, vi accedevano con una solenne processione che vedeva la numerosa presenza di tantissimi devoti non solo gardonesi, ma anche ospiti della località turistica.
La tradizione racconta che l’immagine sacra venne dipinta su un sasso da un chierico nel 1540 che raffigurò l’apparizione mariana di cui sarebbe stato protagonista. Il sasso era collocato in un campo ricco di ulivi e per questo denominato fraole (termine dialettale per indicare la pianta dell’ulivo). E da qui l’intitolazione della Vergine quale Madonna di Fraole.
All’interno della parrocchiale di Gardone sopra, dedicata a San Nicolò, nel primo altare di sinistra, a mò di pala, è collocata una preziosa soasa in lastra di rame e decorazioni in argento che fa da contorno alla bella e venerata immagine della Vergine di Fraole con il Bambino Gesù. Questo manufatto è opera dell’artigianato bresciano di qualità dedito alla lavorazione dell’argento.
L’immagine è collocata su una pietra. È quel dipinto del 1540 di cui ho fatto cenno prima. La sacra immagine, subito venerata e fonte di tante grazie, per volontà dei gardonesi, e sotto l’impulso del Padre Cristoforo, guardiano dei Cappuccini di Barbarano, fu trasferita dall’originario sito di fraole, con il consenso del Vescovo di Brescia mons. Marino Giorgi e del Rettore don Basilio Amistani, nella chiesa parrocchiale il 2 luglio 1673 e collocata in una cappella dell’antica chiesa.
Una tavoletta collocata ai lati dell’altare così recita: “I gardonesi il 2 luglio 1673 devotamente trasferirono in questa cappella costruita con le elemosine dei devoti questa immagine della B.V dipinta sopra pietra nel campo di Fraole, insigne per numerosi miracoli.”
Quando fu edificata la nuova chiesa, in sostituzione della precedente, si costruì anche l’altare della Madonna di Fraole e lì fu collocata, come accennato più sopra, la sacra immagine.
La Madonna di Fraole è venerata in molte località gardesane: il popolo di Maderno arrivava fin qui in processione durante le rogazioni, e quello di Monte Maderno ricorse a questa Madonna per implorare la pioggia che infatti arrivò abbondante quell’anno.
Ritornando al tempietto della Madonna in località Fraole esso, ubicato a pochi metri dal Vittoriale, fu edificato nel 1945 su un terreno di proprietà della azienda autonoma di soggiorno poi regalato al comune.
L’edicola monumentale fu realizzata su un progetto dell’architetto dannunziano Maroni sulla base di un voto formulato nel 1940 quando la comunità gardonese aveva implorato la protezione della Madonna dai pericoli della guerra. L’epigrafe collocata ai piedi dell’altare così recita: “I cittadini consacrarono questo nuovo sacello dedicato alla Vergine.”
Nella santella, che è decorata da angeli realizzati a graffito, è posta un’immagine che riproduce fedelmente il dipinto originario.
Tra i devoti della Madonna di Fraole, oltre ai popolani che risiedono sulle sponde occidentali del Garda figura anche un personaggio famoso: il Vate del Vittoriale Gabriele d’Annunzio. Questa devozione, che pochi avrebbero attribuito al personaggio, fu propiziata dall’amicizia che legava il poeta al parroco di Gardone, mons. Giovanni Fava, amicizia che si rinsaldò negli ultimi anni della sua residenza al Vittoriale prima della sua scomparsa. Proprio per questo il suo funerale fu celebrato nella parrocchiale di San Nicolò.
C’è una duplice testimonianza che conferma la devozione del d’Annunzio alla Madonna sua vicina di casa.
L’architetto del poeta, Gian Carlo Maroni, memore della devozione del Vate, si sentì impegnato, come riferito più sopra, a porre mano alla progettazione del tempietto che infatti si presenta di ottima fattura. La santella si differenzia per mole e per architettura dalle tante che abbelliscono le nostre contrade a riprova di una diffusa devozione mariana del popolo.
La seconda testimonianza è dovuta al fatto che viene conservata una preziosa tovaglia per l’altare della Madonna realizzata tutta in corallo rosso e che fu donata dalla principessa Maria di Gallese, moglie di Gabriele d’Annunzio.
Per concludere non è noto a molti che la Madonna di Fraole viene venerata anche al di fuori dei confini italiani, visto che dall’Austria, dalla Galizia e dalla Polonia sono venuti pellegrini a venerare questa Madonna.
Avevo letto molto sulla vita di d’Annunzio ma non avevo mai trovato traccia del legame tra lui e la Madonna di Fraole.
Sollecito coloro che avranno letto il mio pezzo a recarsi a trovare il sito qui descritto che si colloca in un’oasi di verde che richiama alla riflessione. Visitando la parrocchiale, in fianco all’altare della Madonna, troveranno inoltre traccia del racconto di questa sacra immagine che qui ho riassunto.
Vai articolo originale: http://www.gardanotizie.it/la-madonna-di-fraole-e-gabriele-dannunzio/