C’è un luogo speciale e te ne accorgi quando ti avvicini: tu sei lì immobile davanti al grande piazzale lastricato, due file di ulivi ti invitano ad avvicinarti e vasi su vasi di fiori curati con amore contornano il muro vecchio di 1400 anni. Osservi e ti senti accolto come se, in questo angolo di bellezza incastonato fra la campagna e le acque del lago di Garda, qualcuno o qualcosa si stesse già prendendo cura di te. E del tuo dolore.
Sei arrivato al Santuario della Madonna del Carmine, piccolo gioiello del periodo tardo gotico lombardo, quasi interamente rivestito di splendidi affreschi, che si erge silente sulle colline di San Felice del Benaco.
Sei in pace e capisci perché da oltre 500 anni il Santuario sia meta di numerosi pellegrinaggi provenienti da tutta Italia e dall’estero. Fra le pietre antiche di questo luogo, i frati Carmelitani, sull’esempio di Maria e del profeta Elia, si dedicano alla preghiera contemplativa, alla vita fraterna e all’apostolato, mettendosi al servizio come guide, sia per raccontare la storia e l’arte del Santuario, sia nel ministero della direzione spirituale e della consolazione, e lo fanno con spirito di umiltà, gioia e comunione cristiana. E lo respiri, questo spirito, perché oltre alla bellezza che già di per sé pacifica, non succede spesso di arrivare in un luogo dove sperimenti in concreto la sensazione di sentirti amato da un Dio che ti accoglie e conforta per tramite di amorevoli frati Carmelitani che, a prescindere dai tuoi meriti e dalle tue colpe, sono qui per aiutarti a ritrovare il sorriso.
Ho conosciuto persone piegate da ferite profonde che sono rinate grazie all’aiuto di questi uomini di fede, ho udito parole caritatevoli dispiegarsi fra i banchi della chiesa e le panchine del parco e, soprattutto, ho percepito il respiro dell’amore ovunque: nella cura dedicata alla chiesa e al convento con il chiostro abitato dalle tartarughe, nella musica classica diffusa nel parco per favorire il rilassamento dei visitatori, nell’attenzione spesa per tutti coloro che varcano l’antico portone.
È per questo che il Santuario di San Felice merita di essere scelto come Luogo del Cuore del FAI e, prima di tutto, come luogo del proprio cuore, perché ognuno di noi, nel caos che lo assedia, distrae e confonde, ha bisogno di silenzio e di amore per ritrovare se stesso.
Il FAI (Fondo Ambiente Italiano) nato per tutelare i siti speciali, ma anche per dare valore ai beni minori da scoprire, proteggere, valorizzare, salvare e non dimenticare, ha scelto di candidare il Santuario nella lista dei Luoghi del Cuore, il più importante progetto italiano che quest’anno è giunto alla decima edizione.
Attualmente il Santuario è posizionato al 32° posto con poco più di 3.800 voti, ben distante dai quasi 19.000 dei primi in classifica, ma il censimento termina il 15 dicembre e c’è ancora tempo per contribuire, con il passaparola del cuore, ad offrire un futuro a questo angolo di beltà sia per la conservazione del suo patrimonio artistico e naturale, sia per aiutarlo a perpetrare nel tempo la sua missione d’amore.
Votare non costa nulla, il tuo voto può fare la differenza, insieme al tuo cuore.
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