Risposta del Candidato Sindaco Gugliemo Saggioro agli articoli apparsi sulla stampa locale:
“Mi aspettavo anche questo ennesimo attacco in funzione alla campagna elettorale, non commento lo stile e le strumentali e parziali verità che vengono spacciate per assolute col tentativo di creare disinformazione e confusione”.
La smentita del Sindaco Ferrari è tendenziosa oltreché scorretta.
Infatti, il Sindaco Ferrari si sofferma volutamente solo su alcuni aspetti, peraltro formalistici, della questione giudiziaria che ha coinvolto, suo malgrado, Guglielmo Saggioro. Il dato sostanziale, quello che dovrebbe interessare i cittadini, è che successivamente alla prima sentenza il Giudice ha stabilito che il fatto per il quale Guglielmo Saggioro era stato in principio condannato non
costituiva reato, quindi andava assolto. E non importa che il giudice lo abbia stabilito con sentenza della Corte d’Appello di Brescia del 28/11/2007, a seguito del ricorso del “coimputato”, poiché la legge consente di estendere gli effetti positivi della sentenza di assoluzione anche a chi, solo per non andare incontro a spese di difesa che non si poteva permettere, aveva rinunciato a impugnare il provvedimento.
Infatti, l’art. 587 del codice di procedura penale stabilisce che l’impugnazione proposta da uno degli imputati giova anche agli altri imputati.
Ciò significa che il giudice è nella condizione di disporre la modifica oppure l’annullamento della sentenza impugnata anche nei confronti del coimputato dello stesso procedimento, il quale non abbia presentato alcuna impugnazione o che non abbia partecipato al relativo giudizio
di impugnazione. In pratica, Guglielmo Saggioro si vedrà cancellata la sentenza di condanna che il Sindaco Ferrari ha definito irrevocabile, “perché il fatto non costituisce reato”.
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