Il sistema di sicurezza delle acque del Garda è sempre più all’avanguardia. Anche la Guardia costiera entra infatti a far parte della rete del 112, il Numero unico per le emergenze (Nue). Resta ovviamente attivo il 1530, contatto per le emergenze in acqua, ma anche chiamando il 112 d’ora in poi si possono attivare i soccorsi nautici.
«Col vantaggio – dice il comandante del Nucleo gardesano il tenente di vascello Ilaria Zamarian -, che in questo modo abbiamo subito la localizzazione di chi richiede aiuto».
Questo grazie al Centro elaborazione dati (Ced) del ministero dell’Interno, che memorizza le informazioni sulla provenienza delle chiamate da rete fissa o mobile. Una novità che fa seguito a quella introdotta a inizio stagione, il protocollo unico definito dalle Prefetture di Verona e Brescia e dal Commissariato del Governo per la Provincia di Trento, che ha introdotto procedure standard per l’intero lago, assegnando la gestione degli interventi alla Guardia costiera, che ovviamente si avvale della collaborazione delle altre forze operanti sul bacino. Questo si traduce in una maggior tempestività ed efficienza dei soccorsi.
I risultati non sono tardati: «Registriamo una diminuzione dei decessi e dei feriti» conferma il comandante Zamarian. Le somme saranno tirate a fine stagione, ma il bilancio, a ridosso di ferragosto, è migliore rispetto al 2017, anno nero della balneazione gardesana con ben 15 decessi (13 decessi nel 2016 e 8 nel 2015). Ma il lavoro non manca. In questi giorni il lago è affollatissimo di imbarcazioni e bagnanti «con già 35 interventi di soccorso effettuati da inizio stagione» spiega il comandante. Le casistiche più rilevanti? I natanti che finiscono per incagliarsi sugli scogli affioranti attorno all’Isola del Garda. Le secche sono ben segnalate da boe e pali ma molte persone però non conoscono o sottovalutano i rischi, contravvenendo al rispetto delle aree di balneazione e di navigazione sotto costa. Già 100 infatti le sanzioni comminate da inizio stagione.
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