Che la nuova pista ciclopedonale realizzata a Limone del Garda sia una spettacolare attrazione è indubbio. Nella prima settimana dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta lo scorso 14 luglio, ben diecimila persone, tra turisti, pedoni, runner e ciclisti, hanno percorso i due chilometri mozzafiato a sbalzo sul blu del lago e tanti altri sono pronti a farlo.
Va detto, però, a scanso di equivoci e considerando le segnalzioni ricevute in questi giorni e i commenti sulla pagina Facebook del nostro giornale, che per quanto sia, appunto, un’attrazione, la pista non è una giostra. Non è cioè qualcosa che si immagina di poter raggiungere in auto comodamente, magari parcheggiando a due passi dall’imbocco del percorso per poi intraprendere un’esperienza sicuramente entusiasmante e che toglie il respiro.
Tra i commenti più critici dei nostri lettori c’è quello di Alessandro secondo cui per quanto sia «un’opera utilissima nell’idea, è quasi inutile nella pratica. Parte ben dopo il centro di Limone (in direzione Riva del Garda) e arriva ben prima di Riva lasciando l’intera Gardesana nel più totale pericolo per ciclisti e pedoni. Non serve quasi a nulla se non che per una passeggiata suggestiva». Ancor più duro Massimiliano che definisce la passerella «due misere curve sospese e una misura complessiva da giretto dei nonni, in parole povere… opere da milioni fatte sempre a metà».
Un pensiero, condiviso da non pochi lettori, che tradisce però la realtà dei fatti. Certo, immaginare di raggiungerla in bici arrivando da Riva o Salò (almeno oggi) non è possibile se non percorrendo la Ss45bis, così come neanche è possibile pretendere di arrivarci in auto a ridosso, vista l’assenza di parcheggi. Ma la nuova ciclopedonale, costata sette milioni di euro di soldi pubblici, non può essere definita un’opera appesa nel nulla perché prosegue il tracciato di una più vecchia e molto affascinante passeggiata che parte dall’hotel Atilius, a sud di Limone del Garda, attraversa tutto il paese costeggiando il lago, per poi risalire il costone roccioso e raggiungere quindi la pista a strapiombo sul Benaco.
Il percorso complessivo misura circa sei chilometri, quattro dei quali rappresentati dalla parte più antica: un tracciato semplice all’inizio, quasi completamente in piano che dal lungo lago di Limone porta in via Reamol, strada sempre pedonale che si inerpica per circa un chilometro dal livello del lago verso la Gardesana, fino all’imbocco con la nuova ciclabile. Qui si trova un piccolo parcheggio che può ospitare al massimo cinque automobili, risultato dei cantieri per la realizzazione della pista, ma non pensato in modo specifico come area sosta che sia di appoggio all’infrastruttura dell’Alto Lago.
L’eco mediatica avuta dalla passerella ha catturato la curiostià di migliaia di italiani e stranieri attratti dal desiderio di passeggiare sospesi a decine di metri sul lago di Garda. Un traguardo che, però, bisogna potersi guadagnare: servono scarpe comode, ancor meglio da ginnastica, abiti leggeri, soprattutto in questa stagione, e voglia di camminare.
Niente di impossibile, né di particolarmente faticoso, ma un minimo di impegno è richiesto. Si può arrivare a Limone, parcheggiare in centro (nel multipiano al coperto, tanto per fare un esempio, si paga due euro l’ora) e poi incamminarsi. Ci vogliono circa 40 minuti per raggiungere la passerella cui bisogna aggiungerne almeno altri quindici per percorrerla e poi tornare indietro. Faticoso? Forse, ma c’è comunque un escamotage. Parcheggiata l’auto in centro, si può prendere un taxi e farsi accompagnare all’imbocco della pista.
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