Finalmente ci vedo nuovamente decentemente. Il piccolo intervento agli occhi mi ha ricordato, se ce n’era bisogno, che la bellezza e le emozioni passano principalmente dalla vista.
Ho trascorso giorni a girare per casa senza poter far nulla, o meglio, senza poter guardar nulla: niente libri, niente televisione, niente computer, niente blog, niente email, niente social network, niente orto, niente di niente, solo muri in penombra.
Beh, direte, potevi ascoltare la radio o un po’ di musica: eh, sì, l’ho fatto, ma dopo un paio d’ore diventa anche quella una vera palla e avresti solo voglia di guardare qualcosa.
Una cosa però ho apprezzato: le mie giornate lente, come quando ero bambino. Sono ritornato al piacere di annoiarmi.
Come Sara anch’io mi chiedo:
ma è giusto rallentare solo quando si finisce sotto i ferri o ci si ammala?
E’ vero, forse con la lentezza non fai tante piccole cose, ma sicuramente ne fai una che ha un valore enorme: pensi!
Mi sono ricordato del piacere di quando, adolescente ed in viaggio con tutta l’estate davanti, mi capitava di decidere di perdere coscientemente navi, autobus o treni, e godere del piacere di avere spezzato il rigore di programmi prefissati, con l’ebrezza e la serenità di trovarmi in una situazione piacevolmente e volutamente nuova e imprevista.
La prima cosa che facevo? Appoggiavo il mio zaino, mi sedevo e stavo svariate decine di minuti semplicemente ad osservare in silenzio il luogo e le persone che vedevo, assorbendo le atmosfere come per una sorta di osmosi. Quando ero saturo poi finalmente mi alzavo e mi immergevo. Intense sensazioni.
Bello anche il finale con la citazione di Seneca:
Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento… Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro.
Lettere a Lucilio (Libro I)
Vai articolo originale: http://garda2o.wordpress.com/2012/05/08/la-bellezza-passa-dagli-occhi-anche-la-lentezza/