La Bardana è una pianta biennale appartenente alla famiglia delle Asteraceae, ampiamente utilizzata nella cucina asiatica, dove la sua radice viene tradizionalmente consumata come verdura, in quanto molto ricca di fibre, vitamene e minerali; conosciuta in Giappone con il nome gobo.
Nella nostra area mediterranea questa radice è principalmente adoperata nella medicina popolare per le sue numerose proprietà terapeutiche: come diuretico, detossificante e per guarire problemi della pelle.
Questa pianta erbacea biennale, dotata di grossa radice fittonante; presenta un fusto robusto e ramoso con foglie alterne, molto grandi, cuoriformi, ovate, denticolate e lungamente picciolate.
I fiori sono raccolti in capolini di color porpora e di dimensioni abbastanza grandi, riuniti in grappoli, da cui vengono generati i frutti, che sono acheni oblunghi e brunastri.
Il nome botanico, Arctium lappa L., deriva dal greco arctium che significa orso, per la grande quantità di peli che porta la pianta; e lappa che significa afferrare, in riferimento ai frutti che si attaccano facilmente al vello delle pecore e ai vestiti.
Dal punto di vista terapeutico la bardana è principalmente classificata come pianta depurativa per la pelle.
Non sempre le affezioni che colpiscono la pelle dipendono da cause locali, ma molto più spesso hanno origine generale come per esempio disturbi biologici e metabolici, malfunzionamento degli organi di ricambio e di detossificazione, quali il fegato, i reni, l’intestino e i polmoni; i cosiddetti organi emuntori.
La bardana presenta proprietà diuretiche, diaforetiche e colagoghe che si traducono in un blando potenziamento dell’attività epatica, della secrezione biliare, del transito intestinale, della secrezione delle ghiandole sudoripare e sebacee, con conseguente miglioramento del benessere e delle funzionalità del nostro corpo e in particolare della nostra pelle il cui funzionamento, se difettoso, ostacola l’eliminazione delle tossine prodotte dall’organismo.
La radice fresca di bardana contiene inoltre principi dotati di attività antibiotica, azione che associata alle proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, la rendono un efficace rimedio nel trattamento di disturbi cutanei quali acne, eczema e seborrea. In genere per queste problematiche viene consigliato un trattamento interno, attraverso la somministrazione di Tinture Madri, decotti e infusi, al quale viene associato un trattamento esterno facendo uso di creme, impacchi e lozioni. È importante sottolineare che raramente si utilizza la radice di bardana da sola, poiché, dato l’elevata attività eliminativa, è sempre meglio associarla ad altre piante o rimedi che aiutino a bilanciare questa sua forte attività.
Per uso esterno, gli estratti di bardana si ritrovano in preparazioni cosmetiche usate contro acne, foruncolosi, punti neri, pelle grassa e impura.
Le foglie fresche tagliate, se applicate su punture di insetto, calmano rapidamente il dolore e diminuiscono il gonfiore.
Nella tradizione le radici di Bardana sono da sempre state utilizzate per favorire la crescita dei capelli, ma viene utilizzato anche il succo delle foglie fresche per frizioni sul cuoio capelluto grasso, o l’oleolito contro la forfora, proprio per l’azione antiseborroica della pianta.
Oltre a questi utilizzi più tradizionali, le ultime ricerche scientifiche hanno messo in evidenza, come un lignano (i lignani sono una delle classi dei polifenoli) di nome Arctigenina; tra i principali costituenti dei semi di bardana, sia dotato di importanti proprietà: antinfiammatoria, antiossidante e antitumorale; tutte dimostrate da esperimenti riprodotti in provetta. L’attività antitumorale in particolar modo è stata studiata anche negli essere viventi (tramite esperimenti in vivo), per valutare l’efficacia della molecola contro due diffusi tumori, quello alla prostata e quello al seno.
La capacità dimostrata dalla molecola nel prevenire i tumori, nell’inibire la crescita delle cellule tumorali e la loro migrazione all’interno del corpo, senza danneggiare le cellule sane e, soprattutto, senza gli effetti collaterali delle terapie comuni, rendono l’Arctigenina un ottimo candidato per lo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali; mettendo sempre più in evidenza l’importante sinergia tra le conoscenze della tradizione erboristica e la moderna ricerca scientifica.
a cura di Laura Ederle www.inherba.it
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