Non dovrebbe trattarsi di un malore, come ipotizzato inizialmente. Pare infatti che l’imbarcazione dalla quale è caduto Claudio Valle, riportata alla Fraglia Vela di Desenzano dalla Guardia Costiera, presenti la rottura della draglia di sinistra, il cavetto in acciaio in tensione tra i pulpiti delle imbarcazioni, il cui scopo è proprio evitare le cadute accidentali fuori bordo delle persone trasportate.
Ad avvalorare questa ipotesi ci sono poi le testimonianze dei due non vedenti che erano a bordo dell’imbarcazione: ai Carabinieri hanno raccontato di averlo sentito urlare per ben due volte, prima più vicino e poi sempre più lontano per poi non sentirlo più. Stando al racconto dei due superstiti, subito dopo la caduta, la barca avrebbe compiuto due giri a 360 gradi, prima di placarsi. Non si esclude che queste piroette possano aver ferito Valle, nel frattempo finito in acqua.
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Non si capisce, inoltre, perché l’uomo non avesse il giubotto di salvataggio. Skipper esperto e istruttore di vela alla Fraglia, chi lo conosce assicura che non se ne privava mai. Forse lo ha tolto per il troppo caldo. Intanto continuano le ricerche da parte di Vigili del fuoco, Guardia costiera e Volontari del Garda. Vista la profondità del punto in cui è caduto Valle, non sono i sommozzatori a cercare l’uomo di 65 anni, ma il robot Rov dei Vvf di Salò. Viene inoltre utilizzato un sonar a strascico.
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