«Scusate ma siamo usciti perché sono sconvolto da quello che sta succedendo in aula. Stanno dando la colpa a mio figlio dicendo che la barca era alla deriva».
La voce di Enzo Garzarella quasi trema fuori dall’aula del tribunale dove poco fa il consulente tecnico della difesa di Patrick Kassen e Christian Teismann – i due tedeschi accusati di omicidio colposo, naufragio e omissione colposa nell’abito dello scontro tra barche in cui l’estate scorsa sono morti in un incidente nautico al largo di Portese suo figlio Umberto e Greta Nedrotti – ha ridimensionato la velocità del motoscafo Riva, ribaltando la tesi dell’accusa e puntando il dito anche contro il comportamento delle vittime.
«Mi aspettavo che, vista la posizione economica, venissero schierati consulenti importanti – continua Garzarella -. Però bisognerebbe capire che hanno ucciso due ragazzi. Non do la colpa a nessuno, è stata una disgrazia. Ma farla ricadere su Greta e Umberto, la colpa, non mi sta bene».
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