In fondo al lago lastre di marmo e una storia ricca di mistero

Un carico di lastre di marmo bianco di Botticino in fondo al lago. Dove era diretto quel carico? A cosa sarebbe servito? Con la barca e il suo carico è finito in fondo al lago anche l’equipaggio?

Tante le domande, destinate probabilmente a rimanere senza risposta, che girano attorno all’ultimo ritrovamento del Nucleo nautico e subacqueo dei Volontari del Garda. L’ennesimo relitto individuato e filmato dalla telecamera del Rov subacqueo del Gruppo di protezione civile salodiano racconta un altro frammento della storia spicciola della navigazione gardesana, una storia che parla di frequentate vie di comunicazioni lacustri, di merci trasportate via lago, di un lavoro duro, carico di pericoli e insidie.

«Ogni relitto racconta una storia», dicono i Volontari del Garda, che sul fondo del lago di relitti ne hanno trovati a decine, alcuni celebri e cercati a lungo, altri destinati a restare anonimi frammenti di memorie perdute per sempre. «Questa piccola imbarcazione carica di lastre di Botticino – continuano i Volontari – risaliva il lago verso il Trentino, quando forse una burrasca o un cedimento strutturale l’hanno affondata. Difficilmente i suoi marinai hanno potuto salvarsi a diverse miglia da ogni costa possibile. Quante famiglie avranno sofferto dietro questi legni e questi blocchi dimenticati? È questa la storia muta che ci emoziona ogni volta».

Il ritrovamento è stato fatto a centro lago, tra l’isola del Garda e Punta San Vigilio. Della barca, lunga sette metri, rimane ben poco. «Ma la forma del relitto, con la poppa e la prua appuntite – dice Mauro Fusato, responsabile, assieme a Luca Turrini, del Nucleo nautico dei Volontari -, così come il grado di deterioramento del legno ci dicono che quella barca è sul fondo del lago da parecchio tempo. È antica, presumibilmente del 1700».

Il ritrovamento è stato denunciato, come sempre avviene in questi casi, ma il relitto resterà per sempre nelle buie profondità del Garda, testimonianza inaccessibile di antichi commerci tra i centri della riviera. «Per noi oggi – dicono i Volontari – sono resti di poco conto, per chi li ha vissuti secoli fa sono stati una tragedia che mai nessuno racconterà veramente».

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