Da un po’ avevo nel mirino questo spettacolare giro in bicicletta e alla fine l’ho fatto: un giro duro, impegnativo (almeno per me), che richiede una media preparazione, oltre 100 km con salite impegnative e con oltre 20 km di strada sterrata, con la cima Coppi di Passo Tremalzo a oltre 1.800 metri di altitudine, tra Lombardia e Trentino, dal Lago di Garda percorrendo tutta la Vallesabbia costeggiando il fiume Chiese salendo poi fino a Passo Tremalzo e riscendendo infine sul Garda.
Partenza da San Felice di prima mattina con il Garda ancora sonnecchiante e già dopo pochi km a Tormini di Roé Volciamo ne saluto la vista per poi incontrare di lì a breve il fiume Chiese, e il mio pensiero è: “fii, sono già stanco, mi sa che non ce la faccio“.
Risalgo poi per vari km l’operosa Vallesabbia che certo però non eccelle per i suoi panorami, anche se qualche scorcio carino lo si trova, specialmente nella zona di Barghe e del Lago d’Idro con la splendida Rocca d’Anfo.
A Ponte Caffaro si lascia la Lombardia e si entra in Trentino e dopo pochi km si raggiunge Storo dove si abbandona la strada principale e si prende la deviazione per il Lago di Ledro e l’omonima Valle. Qui la strada comincia a salire anche se è ancora abbastanza pedalabile.
Dopo una decina di chilometri di una affascinante strada incastonata in una stretta valle si raggiunge Passo d’Ampola a poco più di 1.000 mslm di altitudine dove si trova anche l’omonimo Lago d’Ampola molto apprezzato dai naturalisti.
Qui si prende la deviazione a destra per Passo Tremalzo e la vera salita ha inizio, circa 12 km che coprono un dislivello di circa 800 metri. Il fresco sulla pelle e la bellezza dei paesaggi, delle montagne e degli animali al pascolo però danno la forza di andare avanti.
… e infine dopo tanta fatica e con le energie agli sgoccioli si apre davanti ai miei occhi l’agoniata meta di Tremalzo e del Rifugio Garda dove mi raggiungono in auto Paola e Camilla per il pranzo e, alla faccia di tutte le buone diete dello sportivo modello, purtroppo non riesco a resistere alle pappardelle con salmì di cinghiale e ad uno stracotto con polenta.
Dopo pure un doveroso grappino digestivo, imbocco la strada sterrata proprio di fronte al Rifugio Garda e mi lancio dentro il bosco per una discesa piuttosto impegnativa di oltre 20 km su pietre non piacevoli attraverso la valle del fiume San Michele, strada che sulla mappa è indicata con il colore rosso.
Personalmente però, dopo averle percorse entrambe io consiglio la strada verde, sempre sterrata, quella che scende verso Passo Nota e Vesio di Tremosine, in quanto decisamente più panoramica e con una strada magnifica oltre che meno pericolosa.
La discesa si è confermata piuttosto impegnativa, sia per la lunghezza che per la presenza di molti sassi e quindi ringrazio di aver scelto una mountain bike ammortizzata e con freni idraulici e a disco sia anteriori che posteriori che garantiscono allo stesso tempo morbidezza e incisività di frenata.
Lungo la discesa il panorama è piacevole anche se si è soprattutto in mezzo ai boschi; ho incontrato anche una bella cascata oltre che parecchi animali, tra cui cervi e dalla sagoma mi è parso un piccolo orsetto, ma per paura che ci fosse in giro la mamma ho mollato i freni della bici e sono sceso a mille all’ora!
In fondo alla valle nel Comune di Tremosine ritorno sulla strada asfaltata incrociando la Tignalga (la strada che collega Tremosine con Tignale) che attraverso prendendo poi direzione Sermerio e Pregasio …
… per poi raggiungere la pittoresca Pieve di Tremosine …
… dove è d’obbligo una visita alla famosa Terrazza del Brivido, 350 metri a picco sul lago di Garda.
Da qui poi di nuovo giù a picco lungo la strada che attraverso la famosa Forra di Tremosine (location tra l’altro dell’ultimo 007 Quantum of Solace) raggiunge la strada statale 45 bis Gardesana Occidentale, proprio di fronte a Campione dove incontro di nuovo Paola e Camilla che mi hanno raggiunto in auto percorrendo invece la Valle di Ledro e poi scendendo da Riva del Garda.
Degno di nota lungo la discesa lo splendido ristorante pizzeria La Brasa, un vecchio mulino fantasticamente ristrutturato direttamente dai proprietari lungo il fiume, dove si mangia benissimo a prezzi contenuti.
Qui il mio giro finisce e carico la bicicletta sull’auto di Paola in quanto la Gardesana Occidentale è piena di gallerie e percorrerle in bicicletta sarebbe molto pericoloso, anzi, se avete una macchina d’appoggio vi consiglio di farvi venire a prendere subito dopo la forra in quanto prima di raggiungere la statale c’è una galleria molto buia che non ricordavo e che mi ha messo pericolosamente in difficoltà in quanto non ci vedevo nulla.
Se invece non avete un auto d’appoggio e volete comunque percorrere questo giro, all’incrocio con la Tignalga invece di scendere verso Pieve di Tremosine, io vi consiglio di proseguire in direzione Vesio e da lì scendere a Limone sul Garda dove potrete prendere un battello verso un paese del basso Garda saltando così le pericolose gallerie.
Per chi fosse interessato ad altre immagini ho anche fatto un album fotografico carino del giro.
Ecco quindi la mappa dettagliata della biciclettata (seguendo il link si accede alla mappa che ho fatto su Google Maps con indicazioni sul percorso).