Imprenditore bresciano truffa lo Stato con fatture false e fondi Covid

L’imprenditore bresciano Luigi Picinelli è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per una complessa truffa allo Stato legata all’emissione di fatture false e alla gestione fraudolenta di fondi destinati all’emergenza Covid-19. L’indagine, avviata nel 2021 dalla Procura di Vicenza in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha coinvolto le province di Vicenza, Padova, Brescia e Milano, portando all’arresto di numerosi indagati. Inizialmente erano state eseguite 17 misure cautelari, di cui 9 con il carcere, 2 agli arresti domiciliari e 6 con obbligo di firma.

Picinelli, di 67 anni, avrebbe agito come intermediario di una rete di società illecite. Nel 2023, altre figure centrali dell’organizzazione, come Mirko Ghitti e Chiara Andrighetto, erano già state condannate a pene simili. L’inchiesta ha coinvolto anche altri imprenditori, tra cui Alessandro Bertocchi, Giorgio Bertelli e Vincenzo Liuzza, tutti accusati di partecipazione alla frode.

Un sistema di società cartiere

Il sistema di truffa orchestrato da Picinelli e i suoi complici si basava sulla creazione di società cartiere, ovvero imprese fittizie prive di dipendenti e magazzino, che emettevano fatture per operazioni inesistenti. Queste società fungevano da base per l’intero meccanismo illecito, generando detrazioni fiscali non dovute. Le cartiere si moltiplicavano in diverse province, tra cui Brescia e Milano, con l’unico scopo di ottenere vantaggi fiscali.

Successivamente, il denaro ottenuto veniva canalizzato verso altre aziende note come “bare fiscali”, società destinate a fallire dopo aver accumulato debiti con l’erario. Questo metodo permetteva agli organizzatori di sfuggire ai controlli fiscali e continuare le loro attività fraudolente.

Sequestri e confische

Nel corso dell’indagine, beni per oltre 2,5 milioni di euro sono stati sequestrati, mentre la recente condanna di Picinelli include la confisca di ulteriori 1 milione di euro. Le misure messe in atto mirano a recuperare parte del denaro sottratto allo Stato attraverso l’illecito sistema di fatture false e contributi Covid non dovuti.

La rete dell’inganno

Il caso di Luigi Picinelli si inserisce in un più ampio quadro di truffe ai danni dello Stato, in cui imprenditori e intermediari senza scrupoli hanno sfruttato la crisi pandemica per arricchirsi illegalmente. La condanna di primo grado rappresenta un passo importante nella lotta contro queste forme di criminalità economica, che non solo impoveriscono l’erario, ma danneggiano la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.

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