In un territorio come il Garda Trentino, naturalmente vocato all’outdoor e agli sport adrenalinici, non poteva che nascere un progetto coraggioso, impavido.
Prende forma così, proprio con questo nome, un birrificio artigianale che fonde lo stile americano in fatto di bevanda maltata all’esperienza di talenti come il mastro birraio Matteo, il birraio Maicol, la barista creativa Anja e, soprattutto, due donne, due amiche, di cui una arcense da cui è nata Impavida: Serena Crosina e Raimonda Dushku.
Un birrificio “ardito” anche nelle scelte green
Impavida è per gente appassionata da gente appassionata. È, non solo al femminile, ma anche green. Lo dimostra la scelta di produrre in lattina (riciclabile) invece che in vetro, di aver voluto utilizzare energia sostenibile prodotta esclusivamente da fonti rinnovabili e pannelli solari. L’acqua ad uso irriguo proviene da un vicinissimo pozzo artesiano e una volta utilizzata viene totalmente reinserita in natura.
Lo stesso malto utilizzato per produrre la birra, proviene da coltivazioni OGM Free e il lievito di birra viene riciclato dalla lavorazione della birra stessa.
Più che un birrificio, un luogo che accoglie e fa della convivialità uno stile di vita
Arrivare da Impavida vuol dire essere accolti. Lo stile, industrial chic, fa sentire subito a casa ma trasmette al contempo, con immediatezza, il valore dell’artigianalità che c’è dietro al progetto.
Le birre “impavide”
Dopo un breve tour alla scoperta dei processi produttivi, passiamo alla fase più attesa, quella dell’assaggio. Al bellissimo bancone in legno, ci vengono presentate le birre artigianali direttamente da Matteo, il mastro birraio di Impavida. Il packaging delle lattine è a dir poco accattivante, coloratissime e originali queste birre invitano all’assaggio al primo sguardo.
Partiamo da una Italian Pilsner dal gusto rotondo che si chiama come un celebre vento del Garda Trentino, Peler.
Passiamo poi alla Free Solo, una Session Ale con una luppolatura di nuova generazione, gentile ma decisa.
La terza birra che degustiamo è Chain Breaker, e già il nome lascia intendere cosa vuol fare questa birra: rompere gli schemi. È una India Pale Ale caratterizzata da un blend di luppoli americani classici e moderni.
Proseguiamo con Moxie e la sua ricetta si ispira ai classici della Craft Beer Revolution con una luppolatura che unisce le moderne Apa e le pale ale old school. Una birra grintosa!
Terminiamo con Vivienne. Il packaging non inganna. Quel look Scottish ben esprime il carattere di questa birra. Il suo colore ambrato quasi rossastro racchiude un bouquet di profumi che vanno dal caramello alla frutta secca, passando per un’invitante fragranza di biscotti. Punk!
Il plus? Tutte le spedizioni di Impavida avvengono in modalità refrigerata, così da garantire sempre la giusta temperatura.
In attesa dell’estate quando verremo ospitati da Bob (no, non è un amico americano ma il divertente angolo barbecue allestito fuori dal capannone che promette momenti di felice convivalità), non resta che unire in un viaggio alla scoperta di un territorio impavido come il Garda Trentino, patria dell’outdoor e sempre a caccia di quel senso di libertà tanto caro anche agli americani, a una visita al birrificio Impavida. D’altronde qui, i temerari sono di casa.
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