Il tributo imperdibile di Cristiano De André: quando la musica di Faber risorge sul palco

Quasi venticinque anni fa, l’Italia perdeva una delle sue voci più iconiche e amate nel panorama della musica d’autore. Da allora, Cristiano De André ha raccolto il testimone artistico del padre Fabrizio, reinterpretandone le opere con un’intimità e un’autenticità che solo chi lo ha conosciuto profondamente, sia sul palco che fuori, può offrire.

Per me è sia un piacere che un dovere come figlio“, ha dichiarato Cristiano al pubblico del Brescia Summer Music. Negli anni, Cristiano ha esplorato le canzoni del padre in ogni loro sfumatura, attraverso concerti e album, culminando probabilmente nel suo progetto più ambizioso: il lungo tour dedicato a “Storia di un impiegato”, poi racchiuso in un disco live per celebrare i cinquant’anni dell’album originale. Una versione rinnovata in chiave rock opera che ha entusiasmato critica e pubblico. Non c’erano dubbi, quindi, che anche la serata in piazza Loggia per il “De André #DeAndré-Best Of Live Tour” avrebbe portato alla ribalta i migliori successi del repertorio di Faber.

Gioielli musicali

Il concerto è iniziato con ‘Mégu megún’, un brano che si trasforma in un blues rock di sapore mistico. Poi, si è passati alla delicatezza melodica di ‘Â çímma’, rivisitata in stile power ballad. Con ‘Don Raffaè’ si è entrati nel cuore dello spettacolo, scaldando una platea entusiasta. Non meno apprezzate le versioni rock di ‘Se ti tagliassero a pezzetti’ e ‘Smisurata preghiera’, entrambe potenti e graffianti. La ballata ‘Verranno a chiederti del nostro amore’, eseguita al pianoforte, è stata arricchita da una slide guitar che ne ha accentuato l’anima pop.

L’atmosfera del concerto è stata pervasa da una sensazione di familiarità, derivante dalla profonda connessione tra Cristiano e il repertorio del padre. Nonostante Fabrizio avesse cercato di scoraggiare il figlio dall’intraprendere la carriera musicale, per evitare il difficile confronto, Cristiano ha saputo imporsi e portare avanti l’eredità artistica paterna, come dimostrato dalla sua partecipazione al tour di ‘Anime salve’. I ricordi commossi di quei momenti hanno trovato la loro espressione nella toccante esecuzione de ‘La canzone del padre’, arricchita da vigorosi toni rock.

Un’eredità intramontabile

Tra i brani più acclamati dal pubblico figurano ‘Nella mia ora di libertà’, ‘Bocca di rosa’ e ‘Il testamento di Tito’, oltre a una toccante versione de ‘La canzone di Marinella’. Il trio chitarristico ha poi incantato la platea con un medley originale: mariachi per ‘Andrea’, country per ‘La cattiva strada’ e manouche per ‘Un giudice’.

Con ‘Disamistade’, Cristiano ha offerto l’occasione per riflettere sui messaggi contro la guerra di Faber, tracciando un parallelo con gli attuali orrori della Striscia di Gaza. Le atmosfere cupe di ‘La collina’ sono state bilanciate dall’energia vitale di ‘Volta la carta’. La serata si è conclusa in bellezza con ‘Quello che non ho’ e una versione di ‘Fiume Sand Creek’ che avrebbe potuto rivaleggiare con i migliori U2, chiudendo poi con la leggerezza di ‘Creuza de mä’, il punk di ‘Il pescatore’ e la nostalgica ‘La canzone dell’amore perduto’. Un finale perfetto per una notte indimenticabile di grande musica.

Vai articolo originale: https://www.bresciatomorrow.it/2024/09/08/il-tributo-imperdibile-di-cristiano-de-andre-quando-la-musica-di-faber-risorge-sul-palco/

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