E’ da qualche settimana che ho finito di leggere questo libro di Gianrico Carofiglio, che di mestiere non fa esattamente lo scrittore, ma è sostituto procuratore antimafia a Bari. E’ proprio a Bari è ambientato “Il passato è una terra straniera“; è un libro che fa riflettere sui momenti della vita, quando di fronte a un bivio prendiamo una determinata scelta e se la strada è quella sbagliata c’è il rischio di trovarsi nel baratro.
Questo libro non è triste, ma mi piaceva leggerlo nei momenti di malinconia, quasi ad identificarmi nel protagonista (che forse è lo stesso Carofiglio che descrive se stesso in modo autobiografico). Vi regalo il passaggio che aiuta a capire il titolo.
Vagabondai fra i libri di storia, fra i manuali sportivi, evitai i testi giuridici e finii alla narrativa straniera. C’era un libro nuovissimo, evidentemente appena arrivato. Si intitolava Lo studente straniero e la copertina aveva uno sfondo nocciola su cui si stagliava una specie di statua di gesso. Era un ragazzo che camminava con le mani in tasca. L’autore era uno scrittore francese che non avevo mai sentito nominare.
Ne presi una copia, e probabilmente era la prima che veniva toccata da quando il libro era stato messo in esposizione. Forse quella mattina stessa.
Me lo rigirai fra le mani, lessi la quarta di copertina e ancora adesso me ne ricordo un pezzo a memoria. Parlava della giovinezza e dei suoi “giorni fragili in cui tutto ciò che accade, accade per la prima volta e ci segna in modo indelebile, nel bene e nel male”.
Allora lo aprii, per cominciare a leggere le prime pagine, come facevo di solito.
Mi fermai a quella immediatamente precedente il prologo. C’era una citazione, da uno scrittore inglese. Non conoscevo nemmeno quello.
“Il passato è una terra straniera: le cose avvengono in modo diverso da qui.”
Non voltai pagina. Invece chiusi il libro, andai alla cassa e lo comprai.
Poi tornai a casa perché avevo urgenza di leggere. In pace, sul mio letto, senza essere disturbato.
Era un romanzo bellissimo e struggente, pieno di nostalgia e di ebbrezza.
La storia di un ragazzo francese e della sua giovinezza nell’America degli anni Cinquanta. Una storia di avventure di tabù violati, di iniziazioni, di vergogna, di amore e di innocenza perduta.
Per tutto il pomeriggio non riuscii a staccarmi da quel libro; fino a quando non ebbi letto l’ultima pagina. E per tutta la lettura, e alla fine, e dopo – anche dopo tanti anni –non riuscii a liberarmi della incredibile sensazione che, in qualche modo, quella storia parlasse di me.
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