Non alza mai la voce, non perde le staffe. Nemmeno quando gli dicono che la fiaccolata per le vie di Maderno in memoria della sua principessa – «la chiamavo così» – ricorda, non si può fare. «Ci hanno detto che non siamo autorizzati, ma sul lungo lago ci andiamo comunque. Per Greta. Sono contento che ci sia tanta gente per lei» commenta Raffaele, il padre della 25enne morta con Umberto Garzarella nell’incidente nautico di tre settimane fa.
Uno scontro con il motoscafo dei due turisti tedeschi, ripreso dalle telecamere di un’abitazione privata di San Felice e mostrato in tv pochi giorni fa. «Le immagini dicono tutto. È stato un colpo duro le ho viste all’una di notte. È stato uno choc. Da quel video si vede quello che hanno fatto quelle due persone» spiegano i genitori di Greta. Papà Raffaele non urla, ma ha dentro tanta rabbia, dietro quel sorriso con il quale accoglie tutti quelli che lo vanno ad abbracciare. «Non penso proprio che abbiano detto la verità su chi veramente guidasse» sentenzia il genitore di Greta Nedrotti.
Patrick Kassen, in cella, dopo essersi costituito per duplice omicidio colposo e omissione di soccorso, ha fatto mettere a verbale che era lui al comando del potente Riva che ha travolto il gozzo di Umberto e Greta. Lui e non il proprietario del motoscafo, suo connazionale, coetaneo e manager di un colosso mondiale della produzione di computer. «Spero che la magistratura accerti davvero chi guidava. Sono colpevoli tutti e due perché entrambi erano in barca ma..». E c’è un ma che pesa come un macigno. «Ma uno è in Germania e l’altro in carcere. Per quello che hanno fatto dovrebbero essere entrambi in cella. E invece l’altro è a casa a farsi gli affari suoi. Non lo accetto».
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