Cos’è un limone? Un frutto, certo. Ma sul Garda è molto di più. È storia, mitologia, cultura, tradizione. È il racconto di una coltivazione introdotta dai francescani nel XIII secolo, che a lungo ha fatto del Garda la zona con la coltura intensiva di agrumi più settentrionale al mondo. Il limone benacense è la narrazione di un territorio. Ideale, dunque, per promuovere e incentivare quel nuovo approccio alla vacanza che oggi chiamiamo «turismo esperienziale».
Il limone è anche la risposta a domande che si sono posti a Tignale: «Cosa abbiamo che gli altri non hanno? Su cosa puntare per una promozione innovativa, per sostenere quel turismo esperienziale che tutti chiedono?». Così, dopo aver creato l’Ecomuseo «Limonaie del Garda Prà de la Fam», e dopo aver costituito, in seno all’azienda speciale Tignale Servizi, l’Accademia del Limone, ora nel paese altogardesano hanno varato una nuova singolare iniziativa: la creazione del primo «Codice sensoriale del limone».
Un lavoro con solide basi scientifiche, cominciato con una ricerca bibliografica che ha individuato 2.400 pubblicazioni scientifiche sul limone, coordinato dal prof. Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori e Ad dei Narratori del gusto. «Sarà un libro – spiega Odello -, ma soprattutto un prodotto formativo, un sistema narrativo che potrà essere la base su cui costruire nuove iniziative, dalla Dop ad azioni di marketing territoriale».
Si parte dal presupposto che il limone gardesano ha una valenza unica su scala globale. Sul Garda oggi matura una porzione infinitesimale (non più di 15 tonnellate) della produzione mondiale annua di limoni (15 milioni di tonnellate). Un milionesimo, quindi. Già questo fa del limone gardesano una rarità preziosa, su cui costruire una nuova promozione del territorio. Il team di esperti all’opera a Tignale ha già individuato altre peculiarità interessanti. «Rilevazioni chimiche – dice Odello – ci dicono che i limoni del lago presentano maggiori concentrazioni di sostanze aromatiche chiamate “terpeni” rispetto a quelli di altre provenienze. Questo non vuol dire solo che sono più profumati ma anche, per esempio, che se utilizzo questi limoni per produrre uno sciroppo avrò bisogno di una quantità inferiore di zucchero. E sappiamo quanto questo sia oggi importante».
Il codice necessita anche di schede descrittive ottenute attraverso le scienze sensoriali. Se ne è occupato un panel di assaggio composto da chef, assaggiatori, produttori, storici e sommelier che per due giorni hanno messo a confronto limoni del Garda con quelli di Amalfi e della Calabria. Nell’ambito della ricerca sono stati realizzati anche studi genetici sulle piante coltivate nella limonaia del Prà. È stato pure individuato il bicchiere ideale per degustare il succo del limone. E già si pensa ad educational tour, banchi di assaggio, seminari per turisti e gastronauti, vacanze esperienziali legate al limone, alla limonaia e all’ecomuseo. «Per valorizzare questo prodotto unico – dicono il sindaco Daniele Bonassi e il presidente di Tignale Servizi, Antonio Moro – e, indirettamente, per promuovere il territorio».
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