Il piacere di uno jagertee bollente sulla neve, fuori da un rifugio, l’ultimo sole che intiepidisce il viso. Attendendo il momento in cui tutti se ne vanno, i rumori si placano e si resta soli, in mezzo alla natura.
Si riesce finalmente a percepire la leggera brezza della sera tra le fronde degli abeti, e poi l’ultima lunga discesa in solitaria alle ultime luci del giorno.
Ogni tanto mi fermo ad ascoltare il fragore del silenzio, intorno è tanto, è troppo, è bello, provo sempre una sensazione di inquietudine: è vero, non siamo più abituati a restare soli e silenti semplicemente ad ascoltare.
Prendo un respiro, sono sereno, riparto, che splendore!
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