Il giorno che sono entrata in un Monet

L’ho visto dalla strada all’improvviso, pochi minuti dopo aver lasciato Honfleur, e sono rimasta senza fiato.
Dovevo fermarmi subito, dovevo vedere da vicino quello spettacolo immenso. E dovevo fotografarlo.
Ho fatto qualche scatto da lontano, ma il mio entusiasmo di bambina non mi teneva… dovevo superare il filo spinato ed entrare in quel quadro meraviglioso.
E così ho fatto, incurante del buco lasciato nella maglia, del pericolo (ci ho pensato dopo) che ci fosse qualche cane da guardia, ho attraversato la recinzione e, piano, dolcemente, come se dovessi stare attenta a non rovinarne l’armonia, mi sono lasciata immergere in quella favola di colori…
Per qualche attimo, ne sono certa, sono entrata in un’altra dimensione, come nell’armadio delle cronache di Narnia, fatti pochi passi io ero in un dipinto. Ero parte di un’immagine senza tempo e senza spazio. Ero leggera, non pensavo assolutamente a nulla, e quasi senza accorgermene mi sono messa a danzare

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