Il Garda batte Topolino

Il direttore: i nostri parchi di divertimento battono il confronto con gli Usa

Il neonato distretto «parchi del Garda» (archivio)

Il neonato distretto «parchi del Garda» (archivio)

PESCHIERA – Ha solo pochi mesi
di vi­ta, ma il distretto «parchi del Garda» non poteva de­buttare
meglio. Il sistema in­tegrato di promozione e marketing che mette
insie­me cinque parchi tematici del basso lago gode di buo­na salute e
in un panorama depresso in cui anche Topo­lino e Paperino non tirano
più (la Walt Disney Entertai­ment and Resort nei primi mesi del 2009 ha
dichiarato un calo degli utili pari al 46 per cento) tiene e anzi
mo­stra un segno positivo del 20 per cento sia in termini di fatturato
che di visitatori, rispetto a quanto avevano messo insieme le singole
strutture lo scorso anno.

Cinque realtà diverse,
Mo­vieland Park (con il circuito di Hollywood Studios, Aqua, Medieval
Times e Rock Star), Parco Natura Vi­va, Giardino Sigurtà, Museo Nicolis
e Jungle Park Adven­ture, racchiuse in un perime­tro di neanche trenta
chilo­metri. Un’offerta per tutti i gusti che per il referente del
network Giovanni Cavalli, è la base di questo successo. «La crescita è
dovuta an­che alla capacità di soddisfa­re il cliente con pacchetti
personalizzati e un’ampia gamma di servizi.

Il modello dei parchi di divertimento a del Garda si dimostra vin­cente anche
nel confronto con l’America, la patria del divertimento» spiega il dg
di Hotel Parchi del Garda. Altri assi nella manica la certezza della
spesa, l’orga­nizzazione e la promozione mirata. Tutte caratteristiche
che hanno permesso di at­trarre non solo le famiglie italiane, ma anche
i tanti tu­risti stranieri in villeggiatu­ra sul lago. «Una sinergia di
sviluppo per un tipo specifi­co di turismo che ci ha dato sicuramente
ragione» com­menta Giuseppe Sigurtà, am­ministratore delegato
del­l’omonimo parco. E i nume­ri gli danno sicuramente ra­gione.
L’intero network ha fatto registrare oltre due mi­lioni di visitatori e
27 milio­ni di euro di fatturato, che se si considera l’intero indot­to
creato da merchandise e consumi interni sfiorano i quaranta.

Christian Besemer
05 novembre 2009


Lascia un commento