Il dolore per Anna, la studentessa morta in moto sulla strada per la scuola

I capelli cortissimi e colorati, i piercing, quel sorriso furbo che non mancava mai, in nessuna delle fotografie in cui le si vedeva il volto che lei stessa aveva pubblicato su Instagram. Ieri su quelle fotografie hanno cominciato ad apparire cuori infranti, piccole icone a esprimere un dolore che a un’età così giovane nemmeno si dovrebbe immaginare.

Invece i suoi compagni di classe del istituto tecnico Battisti di Salò, i suoi numerosi amici di San Felice e dei paesi vicini, quel dolore ieri lo hanno conosciuto e purtroppo li accompagnerà per sempre: il banco di Anna Bertoni ieri mattina è rimasto vuoto perché a scuola non è mai arrivata. Per lei non c’è stato nulla da fare e con lei se ne sono andati i suoi sogni, le sue aspirazioni, la sua voglia di affermarsi. A un passo dal traguardo importantissimo della maturità.

Drammatico passaparola

La notizia dell’incidente che l’ha vista coinvolta si è diffusa molto velocemente tanto in paese, quanto nelle classi dell’istituto scolastico salodiano: Anna alle 8 non si vedeva arrivare, avrebbe dovuto essere presente, a nessuno aveva detto che non ci sarebbe stata. Al telefono non risultava raggiungibile, nessuno all’inizio sapeva nulla. Poi la notizia ha cominciato a circolare. Prima si è insinuata come un dubbio terribile, poi sono arrivate anche quelle conferme che nessuno avrebbe voluto.

Tra i primi ad arrivare sul luogo del drammatico incidente il sindaco, Simone Zuin, e la sua vice, Sandra Tarmanini. Hanno anche loro assistito ai lunghi e difficili momenti dei rilievi della Polizia stradale. Hanno cercato di rispondere con pacatezza ai tanti che si avvicinavano, chiedendo informazioni e cercando così la conferma dei propri occhi alla voce sentita circolare in paese. La comunità. Un paese, San Felice del Benaco, che conta meno di quattromila anime: un po’ tutti si conoscono. E praticamente tutti conoscevano Anna e conoscono la sua famiglia.

Riccardo Bertoni e la moglie Barbara non sono originari di San Felice, ma vi abitano da almeno vent’anni: da quando si sono sposati e sono nate le bambine. Anna, la primogenita, ed Emma, di un anno più giovane. Entrambe hanno frequentato le scuole in paese, dall’asilo alle medie. Da lì, da quei primi anni, la famiglia ha cominciato a inserirsi in paese, e da lì si muove il ricordo di chi Anna l’ha vista crescere, da quando era una bimba che giocava sorridente all’asilo sino a oggi, ormai giovane donna così combattiva e determinata. Così viene ricordata la Anna di oggi: sorridente e determinata, ironica, brillante. Per il sindaco Zuin, chiamato a raccogliere il dolore della sua comunità e a farsene portavoce «Anna era figlia di San Felice. L’abbiamo vista crescere».

Conosceva Anna e la sua famiglia, Zuin, e la sua reazione è la medesima di quella raccolta tra i numerosi compaesani che nel corso degli anni sono venuti in contatto con lei: “Il dolore che ora ci affligge toglie il respiro – continua il primo cittadino -. In un attimo siamo caduti nel buio più profondo, anche perché non siamo in grado e non vogliamo darci una spiegazione per ciò che è successo. Tutta la comunità si stringe alla sua famiglia». Anna Bertoni riposa in queste ore nella casa del Commiato Visentini, in via Dosso 35 a Gardone Riviera, aperta dalle 8 alle 20. In data da stabilirsi, proseguirà per il Tempio della cremazione di Brescia. 

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