Il depuratore del Garda si farà a Lonato

Il nuovo depuratore del Garda nascerà a Lonato. L’ufficialità si avrà quando l’Ufficio d’Ambito di Brescia comunicherà la decisione al Ministero dell’Ambiente, durante la Cabina di regia del prossimo 18 maggio. Ma la scelta è ormai fatta.

Dopo lo studio di fattibilità di Acque Bresciane pubblicato lo scorso aprile e i 5 tavoli di confronto con amministratori, tecnici e associazioni del territorio svolti, ieri è arrivato l’imprimatur politico, con la benedizione della commissione ciclo idrico di palazzo Broletto.

La decisione tecnica, sia chiaro, resta in capo all’Ato. Ma la Provincia di Brescia ha di fatto preso atto che esiste quella alternativa gardesana chiesta sei mesi fa e che non servono quindi deroghe rispetto alla mozione Sarnico, approvata il 30 novembre scorso e che prevede che gli impianti di depurazione consortile «siano localizzati nelle aree territoriali dei Comuni afferenti all’impianto stesso». Quindi, per il depuratore del Garda, in un Comune gardesano.

EMBED [Leggi anche]L’ipotesi messa in campo da Acque Bresciane è che nasca a Esenta, frazione di Lonato. Un’ipotesi giudicata tecnicamente, economicamente ed ambientalmente valida quasi quanto il doppio impianto di Gavardo e Montichiari ma politicamente più percorribile. Ieri mattina, in Broletto, si è dunque riunita la commissione ciclo idrico della Provincia di Brescia, alla presenza dei vertici di Ato ed Acque bresciane. Durante il confronto è emersa «una convergenza della commissione che, seppur competente in merito ai soli indirizzi, ha indicato nell’ipotesi di Lonato un’alternativa concreta rispetto agli scenari precedenti, coerente con il principio generale votato dal Consiglio provinciale nel novembre scorso» spiega una nota. Per il territorio gardesano, «tale ipotesi è rafforzata dall’assenza di richieste di deroghe del gestore ad Ato, rispetto all’indirizzo strategico localizzativo: deroghe possibili solo se motivate e di carattere tecnico, ambientale ed economico».

Soddisfatto per i risultati raggiunti il consigliere delegato Giovanni Battista Sarnico. «Risultati – spiega – che sono conseguenti al deliberato del Consiglio provinciale del novembre scorso ed al lavoro di ascolto e confronto promosso da Acque bresciane ed Ato in questi ultimi sei mesi, con il coinvolgimento dei territori». Marco Apostoli (Provincia Bene Comune) è tornato a stigmatizzare l’accordo tra Ministero e Regioni del 2017 che di fatto impedisce di convogliare tutti i reflui a Peschiera, potenziando quell’impianto; «alle condizioni date» la soluzione migliore è dunque Lonato. Anche per Massimo Tacconi (Lega) la «direzione giusta» è quella dell’ipotesi gardesana, «nata grazie a una mozione emendata e passata con i voti del centrodestra».

Parla di «chiusura del cerchio» Gianluca Delbarba, presidente diAcque Bresciane. «Abbiamo risposto alla sollecitazione venuta dalla mozione del Consiglio provinciale, in 6 mesi non solo abbiamo individuato una localizzazione sostenibile da tutti i punti di vista, ma abbiamo anche avviato un confronto costruttivo con tutti gli stakeholders – spiega -. Non c’è dubbio che nel confronto fra le due soluzioni, quella di Lonato abbia registrato un maggior consenso rispetto a Gavardo e Montichiari. Dal nostro punto di vista sono due ottime proposte, non riteniamo ci siano gli estremi per derogare allo spirito della mozione provinciale». Ora «è il momento di decidere, a tutela dell’ambiente, delle infrastrutture e dei servizi dei territori interessati». La palla passa dunque all’Ato. «È stata data risposta nei tempi previsti alla richiesta che la Provincia aveva fatto ad Ato dopo l’approvazione della mozione Sarnico – spiega il presidente Aldo Boifava -. Adesso disponiamo di tutti gli elementi per assumere la decisione finale, che, come previsto, verrà portata nella Cabina di regia del 18 maggio».

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