Ieri un amico mi ha portato a conoscere don Pierino Ferrari, un sacerdote di quelli tosti per davvero: 80 anni e tutti impegnati a cambiare il mondo, a renderlo più solidale, con un’energia che lascia senza parole.
Un incontro di quelli che fanno bene, quando pensi con una certa dose di vanità che stai facendo molte cose, che sei bravo, che sei anche un pochino stanco… poi scopri che sei niente in confronto di chi dopo aver creato tre associazioni, due cooperative, una fondazione, sedici tra ambulatori oncologici, case di riposo, centri diurni, sta ora ultimando un ospedale oncologico da cento posti letto.
Mentre ieri parlava alle persone che con lui stanno lavorando alla costruzione dell’ospedale, mi ha molto colpito una sua riflessione sulla "nullità" sul fatto che (cito a memoria) "facendo il vuoto, essendo nulla, possiamo dare senza nulla chiedere in cambio,perchè nulla ci serve". Sembrava di ascoltare un monaco buddhista sotto un baniano e non un sacerdote cattolico sotto i tigli del giardino del Laudato Sì.
Stamattina mi sono letto con calma tutto il materiale illustrativo che ieri mi hanno dato e in mezzo a molte frasi dal forte senso religioso che non mi appartengono ma di cui ho grande rispetto, ne ho trovate molte che fanno pensare, soprattutto perchè ad esse è associata un’azione concreta e vera con una fiducia incrollabile nella forza del bene, "con la mente in Cielo e con il cuore e i piedi per terra" come dice lui e (non me ne voglia) sembra di ascoltare una citazione di Gramsci.
Prendete questa: "… sfamare, insegnare, guarire. Dove, meglio che in una casa, è possibile offrire questo servizio d’amore? Una casa dove si ama è il miglior ambiente per nutrirsi di pane, per apprendere scienza e offrire appropriate cure."
O questa: "Può diventare un comodo alibi accure di utopia le persone che si mettono in atteggiamento di servizio. Utopia è invece pensare di risolvere i problemi che assillano l’umanità contestando le istituzioni pubbliche con l’affermazione "tocca al Comune, tocca alla Regione, tocca allo Stato." "
E infine questa che le vale tutte: "… suscitare il coraggio dell’impossibile. L’amore conosce tutte le audacie: perciò è giusto "osare" fin dove la nostra coscienza, mossa da grandi ideali, ci spinge."
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