Il Comune ci riprova: l’ex ragioneria di Desenzano per la sesta volta all’asta

L’ex ragioneria torna in vetrina: il sesto bando per la vendita del colosso da 3.600 metri quadrati di via Carducci è alle porte.

La giunta comunale ha appena approvato le linee di indirizzo che guideranno gli uffici comunali nella stesura del bando. Già fissata la base d’asta, che ammonterà a 3,5 milioni di euro. Qualora qualcuno finalmente si mostrasse intenzionato a sborsarli, saranno inseriti nel «fondo piscina»: contribuiranno, insomma, alla sostanziosa spesa necessaria per riqualificare l’impianto natatorio Signori, stimata in almeno 12 milioni di euro.

Si diceva «finalmente».  Perché non è la prima volta che lo stabile che a suo tempo ospitava l’Itc e l’Ipc, di fronte al municipio, in pieno centro, finisce all’asta: ci provò una volta l’Amministrazione Malinverno nel 2019 (base d’asta a 4 milioni) e quattro volte l’Amministrazione precedente a guida Rosa Leso (primo prezzo, 5,5 milioni). All’epoca l’intenzione era quella di investire i denari ricavati dalla vendita nella sistemazione della caserma Beretta, in castello, oggi quell’intenzione è cambiata.

Dall’Amministrazione

A spiegare la situazione è il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno. Il quale punta in primo luogo sui tempi: «Non sono affare della politica. La Giunta ha dato l’input per partire con il bando e ora gli uffici comunali lo prepareranno. Così come per la consegna del polo delle emergenze si tratta di questioni burocratiche. Noi abbiamo ribadito il nostro desiderio di alienare l’immobile e il denaro che confidiamo di ricavare sarà destinato alle piscine».

Ipotetici compratori all’orizzonte? Malinverno non si sbilancia, ma si limita a rilevare come «il mercato si sia ripreso e l’edilizia è tutt’altro che in sofferenza in questo periodo. Le speranze restano alte. Abbiamo già messo da parte un po’ di soldi, magari ci sarà un ulteriore avanzo, forse troveremo altri fondi – spiega ancora il sindaco -: l’idea è abbassare quanto più possibile la rata».

È naufragata invece l’idea, più volte ventilata in passato, di trasformare alcuni spazi dell’immobile in uffici comunali. «Se rinunciamo alla vendita di una parte dell’immobile rinunciamo alla cifra corrispondente e, in più, dobbiamo investirvi per adeguarla. Sarebbero soldi che il Comune dovrebbe sborsare, quando spazi per ospitare gli uffici, razionalizzando quelli del municipio e considerando anche il Palazzo del Turismo, ne abbiamo. È stato giusto pensare a questa idea, ma è anche giusto ora rivalutarla: una spesa del genere, per questa finalità, sarebbe senza dubbio un azzardo». 

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