I più antichi monili mai ritrovati

Una conchiglia è per sempre

Qui l’articolo che ho scritto per Pikaia

La notizia è un po’ invecchiata per via della mia incostanza, ma fortunatamente quando si tratta di fossili il tempo assume sempre un’importanza relativa. Quasi sempre a dire il vero, dato che datare certi reperti diventa a volte cruciale anche solo per stabilirne la rilevanza, ed è proprio il caso della notizia di oggi (o meglio, di qualche settimana fa).

Fino a qualche decennio i nostri antenati più prossimi (o nonni più antichi), ovvero i sapiens vissuti nel Paleolitico, ponevano una scomoda domanda a chi ne studiava i ritrovamenti: come mai l’uomo è anatomicamente moderno da un po’ meno di 200.000 anni fa ma le prime manifestazioni artistiche e simboliche si ritrovano solo in Europa e sono databili intorno a 35.000 anni fa? la conferma molecolare arrivata nei primi anni ’90 che l’origine della nostra specie è effettivamente molto più tarda dei ritrovamenti europei in questione non fece altro che rendere il tutto più problematico. Inutile dire che in molti postularono come ormai certa la comparsa di comportamenti pienamente moderni solo in concomitanza con la migrazione europea e si affannarono a cercare una spiegazione, ma come spesso accade la soluzione era più semplice di così.

Uno degli aspetti che all’epoca risultarono meno evidenti è che l’Europa era semplicemente il continente dove gli scavi andavano avanti da più tempo, e dove erano stati più numerosi, e difatti da qualche anno abbiamo numerosi reperti che attestano capacità artistiche e simboliche nel continente nero; bastava cercare più a fondo, dopotutto. Ad ogni modo i ritrovamenti più antichi continuavano fino a poco tempo fa a essere relativamente recenti, poichè se si eccettua il sito di Es-Skuhl in Israele di datazione dubbia non si scendeva sotto i 72.000 anni di Blombos in Sudafrica, ecco perchè il ritrovamento di Taforalt è così importante.

In questa cava del Marocco orientale sono state ritrovate da Nick Barton e Abdeljalil Bouzzouggar (qui l’articolo) svariate conchiglie forate, presumibilmente utilizzate per inanellare collanine rituali o semplicemente decorative. La datazione del sito, come si diceva, è straordinaria: 110.000 anni fa. Gli autori dello studio credono inoltre, e apparentemente con buone ragioni, che la “cultura della collana”, come potremmo chiamare l’usanza di decorare il proprio corpo in questa maniera, sia comparsa in più luoghi indipendentemente, ed è sicuramente significativo che tra gruppi di uomini così antichi (per quanto praticamente identici a noi) fosse così comune sentire la necessità di ornare il proprio corpo. Sicuramente spazza via le vecchie idee, un po’ passé, sull’Europa come culla della mente pienamente moderna.

Vai articolo originale: http://scienzology.blogspot.com/2009/06/i-piu-antichi-monili-mai-ritrovati.html