Una recente ricerca americana condotta dall’Università del Massachusetts ha in parte sfatato il mito sulla bontà e giocosità dei delfini arrivando, in taluni casi, a definirli “animali opportunisti e violenti, predatori che possono arrivare anche all’omicidio per sfogare le loro frustrazioni sessuali”.
Insomma, da questo resoconto sembrerebbe che questi cetacei non siano per niente quelle creature dolci e simpatiche che tanta televisione e gli acquari che li ospitano come attrazioni ci hanno fatto credere. Lo studio ha dimostrato, infatti, che i delfini sono, in certi casi, deliberatamente cattivi e l’aggressività che spesso dimostrano verso simili della propria specie non sarebbe legata solamente a vincoli territoriali.
Strateghi nelle tecniche di attacco alle prede, sono capaci di vere e proprie violenze sessuali quando si tratta di imporsi sui maschi di altri gruppi. Non una novità questa, perché già nel 1999, un documentario del National Geographic aveva evidenziato come questi mammiferi praticassero l’omicidio e l’infanticidio. Le azioni violente quindi non sempre sarebberi condotte per bisogni alimentari ma devierebbero nella cattiveria e nello sfogo delle frustrazioni che evidentemente anche questi affascinanti odontoceti hanno.
Uno studio pubblicato sul New Scientist dello scorso giugno fa riferimento più volte al termine “crudeltà”. Caratteristica confermata anche da una ricerca condotta su una comunità di 120 esemplari in Australia Occidentale, più precisamente a “Shark Bay”.
Ebbene, anche in questo caso, si è avuta la conferma che la comunità di questi cetacei è una comunità aperta nella quale questi animali sperimentano periodi di omossessualità e bissessualità e dove i rapporti tra genitori, spesso, durano periodi limitati. In pratica risulterebbe una frenesia nei rapporti tale da rendere l’appartenenza al gruppo fisicamente e mentalmente estenuante, soprattutto, per gli esemplari maschi coinvolti in continue lotte per accaparrarsi e mantenerne il controllo delle femmine.
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