I comitati: «Stop al depuratore del Garda fino agli studi sul fiume»

Mettere in stand by il progetto del depuratore del Chiese, fino a quando non saranno completati gli studi sulle reti fognarie dei comuni gardesani e fino a quando non sarà effettivamente chiaro lo stato ecologico del fiume. Lo chiedono i comitati «La Roccia», «Visano Respira» e «Gaia» attraverso un comunicato stampa diramato ieri.

L’occasione per tornare sul progetto è offerta dall’approvazione di un emendamento da parte del consiglio regionale della Lombardia «che stanzia – scrivono per i comitati Roberta Caldera, Stefano Guarisco e Filippo Grumi – 70mila euro per uno studio ecologico approfondito del fiume Chiese. Il voto di ieri è molto importante è l’ulteriore conferma di una precedente iniziativa del consiglio regionale che l’anno scorso fece approvare una delibera con la quale l’assessore Foroni chiedeva al ministro Cingolani i rivedere il progetto del mega collettore valutando altre soluzioni. La Regione oggi ribadisce che mancano i presupposti per portare avanti il progetto di depurazione delle fognature dei comuni gardesani».

Secondo i comitati la conoscenza della reale situazione del corso d’acqua da parte di chi a vario titolo si sta occupando del progetto «è lacunosa se non addirittura mancante». L’auspicio delle tre sigle ambientaliste è che i 70mila euro investiti «possa portare ad uno studio super partes che – si legge nel documento – si occupi finalmente di stabilire la reale situazione del Fiume Chiese lungo tutti i suoi 160 km». E ancora: «Appare necessario chiedere che, in attesa degli esiti di questo studio sulla reale situazione del Fiume Chiese e di quello triennale portato avanti da Acque Bresciane in merito alle fognature gardesane, il progetto di collettamento e depurazione delle fognature dei Comuni del Garda ipotizzato sul Chiese e con i depuratori tra Gavardo e Montichiari venga immediatamente sospeso».

Per i comitati non ci si può permettere di sostenere costi per un’opera che poi a progettazione conclusa si riveli incompatibile con il fiume e con i territori che incontra lungo il suo percorso. «Non è il momento per buttare quattro milioni di euro – prosegue il comunicato stampa – in un progetto che rischia di risultare inadeguato». I comitati chiedono dunque alle «Istituzioni, dalla Regione Lombardia al Consiglio Provinciale di Brescia, a tutti i deputati e senatori bresciani, di intervenire ad ogni livello – si legge nella nota stampa – per fermare l’assurdità di questo iter procedurale che prevede di approvare un progetto, come quello del mega collettore, prima ancora degli studi propedeutici alla sua realizzazione».

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