Guarito dal Covid, a 76 anni sfida a nuoto il lago di Garda

Una rinascita, un’impresa memorabile per celebrare la vita, dopo tanta morte e sofferenza causata dal Covid. Quella «resilienza» che non ha età: per il dottor Camillo Carlucci, 76 anni, la malattia è stata una esperienza trasformativa. E così, dal suo amore per il nuoto e per il Garda è nata l’idea: percorrerà nuotando tutto il periplo del lago di Garda, con tappe per il recupero; il progetto si chiama «Rarus natator», deriva dal latino «rarus» che significa sia «poco frequente» sia «singolare, straordinario» mentre «natator» è nuotatore.

«Rari nantes in gurgite vasto è una locuzione latina traducibile con “rari nuotatori nel vasto gorgo” – spiega Carlucci -: si tratta del secondo emistichio di un verso dell’Eneide di Publio Virgilio Marone che venne poi citato più volte nel corso del tempo: già presente in opere letterarie medievali, il suo utilizzo continuò nei secoli fino ad assumere, in tempi più recenti, un valore proverbiale. Infatti la squadra di nuoto dove da ragazzo ho iniziato a gareggiare era la Rari nantes Trento».

La partenza sarà da Malcesine il 28 luglio alle sette e mezza, l’impresa durerà circa due settimane, il percorso sarà in senso orario: poi tappe nei paesi costieri e dopo circa ogni 20 km, il «medico nuotatore» farà una sosta, visitando la località. «Con questo progetto – spiega ancora Carlucci – voglio portare una testimonianza delle potenzialità dell’invecchiamento attivo e positivo, secondo l’approccio della “psicologia positiva”, dimostrare concretamente il potere salvifico del nuoto nel suo impatto sul benessere psicofisico a qualsiasi età; voglio anche contribuire a far conoscere le bellezze del lago di Garda, grazie alla collaborazione con le Aziende autonome di soggiorno, i sindaci dei paesi lungo il percorso».

Il medico ricorda la sua terribile esperienza con il virus. «Il 23 marzo 2020 avevo febbre e tosse – spiega il dottor Carlucci -, sono quindi andato a fare una radiografia al torace. La diagnosi è Covid-19. Mi ero ammalato andando a visitare e curare tutti i giorni alcuni amici, in quanto non si trovavano mascherine da cambiare né camici». Carlucci viene quindi ricoverato al triage del Civile, sotto un tendone, e poi in un capannone con una cinquantina di brande: «La mia era la numero 34». Poi le sue condizioni migliorano, arriva la lunga quarantena: «Il mestiere del medico è quello di curare per tenere in vita i pazienti, è mosso da intenti onnipotenti e l’incontro con il Covid, con la morte, mi ha inizialmente annichilito. Durante la lunga quarantena il tempo si era fermato. Ero consapevole come medico, che forse poteva non esserci un dopo, un domani».

Quindi la guarigione e lo slancio agonistico: «Pensai soprattutto alle mie adorate figlie, che potevano avere ancora bisogno del loro padre. Così, un giorno, decisi di far entrare la pulsione di vita». La mente di Carlucci, ripensando alla sua passione per il nuoto, è anche tornata al passato, a quel 1966 quando, per impegni scolastici e per divieto del padre, non poté unirsi alla squadra nazionale e partecipare alle gare internazionali a Brema, un divieto che si rivelò provvidenziale, poiché l’intera squadra nazionale perì in un incidente aereo. «Successivamente, sempre per gli impegni scolastici – prosegue -, mio padre mi vietò di partecipare alle Olimpiadi. Non avendo potuto realizzarmi come sportivo, ho convogliato le mie energie negli obiettivi accademici e poi professionali come neuropsichiatra e psicoanalista».

Il dottor Carlucci pensa già al futuro, «il prossimo anno inviterò a nuotare insieme a me chiunque vorrà per portare una testimonianza delle potenzialità dell’invecchiamento attivo e positivo».

Vai articolo originale: https://www.giornaledibrescia.it/garda/guarito-dal-covid-a-76-anni-sfida-a-nuoto-il-lago-di-garda-1.3604064

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