Guardiola e Baggio ricordano Brescia in tv

Pep Guardiola, visibilmente emozionato soprattutto durante il collegamento con Roberto Baggio, si è raccontato in trasmissione.

All’inizio Pep ha voluto spendere alcune parole su Mazzone: “Quando ho visto per la prima volta Mazzone mi sono detto ‘è questo il mio allenatore?’. Lui era un allenatore vecchia scuola, di pelle, l’ironia… La vita è viaggiare e muoversi, ti ricordi delle persone che incontri.”

Le parole di Guardiola al momento dell’inizio del collegamento: “Baggio? Spero di non emozionarmi. L’ho conosciuto a fine carriera, aveva un ginocchio che sembrava una lavatrice. Poverino, non si poteva muovere ed era il più forte. Posso solo immaginare nel suo prime… Poi è una persona solare. Roby ha conquistato l’ammirazione, non è soltanto il giocatore, è oltre… Non penso che in Italia ci sia un posto dove non lo si ama. Il cane agli allenamenti? Noi lo accettavamo. Avrei voluto giocare di più con lui, lui era sempre nel posto giusto nel momento giusto. A Brescia mi ha accolto lui e gli altri al meglio. Giocavo in una realtà diversa, non mi sono mai pentito anche se eravamo una squadra di metà classifica. Quando si vinceva era una gioia. Era una squadra fortissima e ci divertivamo. Pensavo Roby fosse una stella, avesse un carattere particolare e invece era sempre solare. In questa realtà provinciale si giocava una partita per settimana e quando si vinceva si godeva, non come nelle grandi squadre. Roby pensavo fosse serio, invece con Luca Toni era l’anima.”

Poi Baggio ha precisato: “Da quando ero al Barcellona lo seguo sempre e sono felicissimo dei suoi trionfi. E’ tutto meritato.Cani all’allenamento?  Il mister non sapevamo che aveva paura dei cani e aveva trattato male un mio compagno perché era arrivato con il cagnolino all’allenamento. Dopo dieci giorni sono arrivato io con il mio labrador, che giocava con il pallone. Quando lo vide che correva di qua e di là, chiese di chi fosse. Quando scoprì che era mio disse: “Facciamolo, giocare, diamogli un biscottino. Pep è una brava persona, è la base per arrivare a dove è arrivato lui. Poi aveva questa dote: era già allenatore quando era giocatore, consigliava sempre i compagni per aiutarli a migliorare. Difetti? Preferisco manifestare i suoi pregi.”

L’aneddoto finale di Guardiola: “Se Baggio mi segue, vengo ad allenare anche in Italia. Lo voglio come assistente.”

 

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