Sono emersi nel cuore dell’oliveto storico, tra gli ambienti termali e la grande cisterna, nella porzione occidentale del sito archeologico sirmionese. Resti di colonne crollate, che modificherebbero parzialmente la percezione che fino ad oggi si ha avuto di questo spazio della villa romana: non più un semplice cortile, come ipotizzato dal suo primo studioso Girolamo Orti Manara, ma un cortile porticato.
La scoperta alle Grotte di Catullo di Sirmione è di qualche giorno fa, ed è stata «accidentale», come ci spiega la direttrice del museo Flora Berizzi: «Stavamo ultimando il lavoro di restauro della grande cisterna con la sostituzione della staccionata, un intervento abbastanza banale. Nel togliere i vecchi pali, l’archeologo che seguiva i lavori si è accorto che sotto c’era una pavimentazione, non a mosaico, ma valeva comunque la pena scavare». È così che, spostandosi di qualche metro, sono emersi i resti di colonne, che a un primo sguardo sembrano essere riconducibili alla villa originaria, risalente alla fine del I secolo a.C. «La datazione è ancora piuttosto incerta, perché non le abbiamo ancora studiate – chiarisce Berizzi -, e per questo si dovrà attendere ancora un po’. La settimana prossima richiuderemo lo scavo, perché al momento non abbiamo né i fondi, né il tempo per affrontarlo in modo compiuto, e non possiamo rischiare che i reperti siano esposti alle intemperie. Sicuramente lo riapriremo in futuro, con un progetto ben definito».
«I siti archeologici – commenta Emanuela Daffra, direttrice dei Musei regionali della Lombardia che hanno in capo la gestione delle Grotte di Catullo di Sirmione, oltre che della villa romana di Desenzano -, e i nostri in particolare, sono straordinarie miniere, un arco vibrante ancora vivo, teso tra il passato e il futuro, perché hanno ancora informazioni e oggetti nascosti da rivelare. Uno dei nostri obiettivi per i prossimi anni è mantenere viva e incrementare quanto più possibile la ricerca nei nostri siti, che significa restaurare ma in alcuni casi, come alle Grotte di Catullo, anche ricominciare a scavare».
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