Per coinvolgere i giovani nella vita parrocchiale serve chiarire bene quali sono gli obiettivi che il gruppo giovani si pone. Basta a quegli incontri inconcludenti di chiacchere una volta a settimana! Nei quali una volta si parla di sesso, un’altra di droga, un’altra del vangelo della domenica che segue in maniera superficiale. Questa è una ricetta (fallimentare nei fatti) che è stata applicata negli anni scorsi a Desenzano per quanto dietro vi fosse la buona volontà di coinvolgerci.
I parametri per misurare il successo di questi gruppi sono i frutti concreti che portano e la velocità di espansione del gruppo. Il primo indica l’utilità dell’attività e l’intensità con cui coinvolge i partecipanti. Il secondo è l’indice dell’entusiasmo risvegliato nei partecipanti che invitano amici e conoscenti a partecipare ed è diretta conseguenza del primo.
Perché il gruppo porti frutti concreti e si espanda è necessario impostare il lavoro in vista di obiettivi chiari come ad esempio raccogliere un tot di soldi da destinare ai poveri, prestare servizio in un centro di recupero per tossicdipendenti, preparare gli animatori dei campi estivi, guidare un gruppo di catechismo, capire il nocciolo di un libro vetero-testamentario eccetera. Questo è l’obiettivo e su questa strada si procede. Punto.
In questa maniera si avrà una chiara tabella di marcia che non farà perdere tempo agli interessati, che stimola la partecipazione e dall’altra parte i partecipanti sapranno cosa dire quando un amico chiede loro che cosa fanno in questo gruppo. Perché se io mi trovo di default una volta a settimana a parlare delle cose più svariate senza uno scopo vero, allora quando un amico mi chiederà cosa ci vado a fare io cosa gli rispondo? Che, boh, la volta scorsa … aspetta che mi viene in mente … ah sì, abbiamo parlato di aborto. Poi prima ancora abbiamo letto una lettera di un missionario e la prossima volta si parla di ecumenismo e islam. Sì, boh, ogni volta cambia. In genere ci si trova e si parla …
Diverso è dire che in cinque incontri ci prepariamo per il campo estivo di agosto con i ragazzi di seconda media. Ci siamo divisi in 4 gruppi che preparano: uno i giochi in casa, uno le gite, uno i turni per pulire i bagni e uno le preghiere. STOP. Così è chiaro, non si perde tempo, si produce qualcosa di tangibile. Io ad una cosa del genere parteciperei. Mica ad un gruppo di giovani parrocchiani col gusto della logorrea. E sono sicuro che alla stessa maniera la pensano anche altri miei coetanei, perché la voglia di darsi da fare, di partecipare, di lavorare anche a gratis c’è tra i ragazzi. Non siamo una generazione di svogliati, come piace pensare a chi ha fallito nel suo tentativo di coinvolgerci.
Ora a Desenzano si pensa di fare una Commissione per i Giovani a livello interparrocchiale. La mia idea è che funzioni in piccoli team specializzati il cui scopo è produrre un percorso educativo chiaro con obiettivi di breve e lungo termine per i giovani e gli adolescenti della città. Se qualcuno fosse interessato a contribuire in qualche maniera mi contatti. Mi piacerebbe sentire il parere di altri su questa mia idea dei “gruppi operativi” che organizzano altri gruppi operativi.
Chiedo perdono se nel post sembro irato con qualcuno. In realtà sono entusiasta del fatto di aver capito cosa finora, a mio avviso, non andava e che anche i Consigli Parrocchiali e in Diocesi si abbia preso sul serio la questione dei giovani. Ogni contributo è ovviamente gradito.
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