Dalle Alpi all’Africa. Il toscomadernese Paolo Campanardi, alias «Gibba», abbandona temporaneamente il suo metal detector, fedele compagno e strumento di ricerca di reperti bellici sul fronte alpino, per sfidare i pericoli della natura selvaggia del Kenia e misurarsi con il survival estremo. Lo farà partecipando dal 18 novembre al 1° dicembre a «Project Snake» (acronimo di Surviving a Natural Adventure in a Kenya Experience), una delle più dure e avventurose esperienze di sopravvivenza, giunta alla decima edizione.
Si tratta di un percorso a piedi di 200 km in completa autonomia, tra la savana, le paludi, giungle di mangrovie e di montagna, con tappe di 20/30 km giornalieri. Siamo in prossimità del parco nazionale dello Tsavo, tra Nairobi e Monbasa, in ambiente fluviale e in giungla, dove vivono tutti i più grandi mammiferi africani: leoni, elefanti, bufali, zebre, leopardi, oltre a serpenti come il cobra nero e il mamba.
«Per due settimane – dice Gibba – non sarò più all’apice della piramide alimentare. Dovremo stare molto attenti». I fan di Campanardi – scalatore, rifugista e protagonista del format «Metal Detective» targato Discovery e visibile su DMax – questa volta non potranno seguirlo nell’impresa: «Saremo dispersi nella natura selvaggia. Se troverò la connessione, pubblicherò foto e video sui social. Probabilmente riuscirò a fare una diretta prima della puntata di Metal Detective in onda giovedì 24 in prima serata su Dmax».
Questa esperienza è un primo passo verso un nuovo programma dedicato al survivalismo? «Potrebbe essere – dice Gibba -, vedremo. Metal Detective parla di indagini storiche, ma presenta anche aspetti legati alla sopravvivenza in ambiente naturale. Questa avventura in Africa sarà insomma un’ottima formazione in vista di sviluppi futuri della serie». Poi c’è un aspetto, per così dire, romantico: «Torno nel continente dove avvenne il battesimo delle penne nere, durante la guerra di Abissinia, dove morì il primo alpino a cui venne assegnata la medaglia d’oro al valor militare».
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