Garden sharing, ma a Desenzano quel giardino è abusivo

Ancora non ci sono regole specifiche, ma quelle che esistono non si possono ignorare: l’anno zero del «garden sharing» inizia con un’ordinanza di cessazione immediata dell’attività emessa dagli uffici comunali nei confronti dei pionieri di questa pratica a Desenzano.

Sembra un film già visto, con le case vacanza nello specifico, ma con una sostanziale differenza: per i privati che ormai qualche anno fa iniziarono ad affittare casa ai turisti venne stilata una legge regionale (la Lombardia fu tra le prime Regioni in Italia a regolamentare questo genere di attività); per chi invece oggi decide di concedere il proprio giardino, e sono sempre di più, in tutto il Belpaese, ancora non ci sono norme. E così il rischio di scivolare nell’illecito è concreto. Di fatto nulla vieta di farlo: chi è in possesso di uno spazio verde e intende «prestarlo» ai turisti che vogliano sistemarci una tenda o quant’altro è libero di farlo, ma nel rispetto delle normative.

Se c’è uno scambio di denaro, per esempio, è logico chiedersi se servano le autorizzazioni del caso. Oltre al fatto che è sempre necessario ottemperare ai doveri di pubblica sicurezza, basti pensare all’obbligo di registrazione degli ospiti per le strutture ricettive «regolari». A maggior ragione se nel pacchetto «garden sharing» sono previsti servizi quali noleggio di tende e biciclette, somministrazione di alimenti e bevande anche alcoliche, addirittura il pranzo di Ferragosto.

L’attività di garden sharing sulla quale il Comune ha messo il veto, la prima e l’unica che risulti a Desenzano, praticava tutto questo: lo ha potuto riscontrare la Polizia locale di Desenzano recandosi in loco, ma lo si evinceva facilmente anche sbirciando il sito, consultando i portali di prenotazione online e quello di riferimento per il settore. Per esercitare attività di campeggio, andava quanto meno presentata una Scia in Comune: non fatto. Così sull’attività, condotta formalmente da una Srl con sede a Brescia, ora pesa l’ordinanza di cessazione immediata: in caso di inottemperanza, il provvedimento diventerebbe punibile penalmente.

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