Coronavirus fa la prima vittima eccellente fra le botteghe storiche di Lazise. Meglio fra i professionisti della cura alla persona. Si perché il barbiere per i maschi è la “beauty farm artigianale ” di cui tutti si servono almeno per il taglio dei capelli o la sistemazione della barba.
E dopo 56 anni di “onorate prestazioni artigianali” il barbiere di via Scolari al civico 5 chiude definitivamente la sua “bottega” perché Covid-19 dopo la costrizione della chiusura obbligatoria ” pretende” tanti e tali nuove norme e condizioni per riaprire che è meglio tenere chiuso e godersi la meritata pensione. Infatti Giorgio Zanandreis, detto El Ceni, in pensione lo è da anni ma ha continuato la sua passione professionale stante l’ottima salute e la impellente necessità di essere sempre “sulla piazza”.
“Ho 72 anni e credo di aver già dato tanto — spiega sorridendo El Ceni — e con tutte queste costrizioni ho pensato di non riaprire più. Largo ai giovani. Io ho iniziato a 14 a fare le prime barbe in bottega da mio padre, nella centralissima piazza Vittorio Emanuele, di fronte al municipio. Ho continuato la professione di mio padre. I miei figli hanno preso altre strade. Questo virus ci ha davvero annientato — conclude il barbiere — ed è già molto che ce la siamo cavata tutti in famiglia.”
Dall’esterno della vetrina del barbiere si scorgono le tre poltrone da lavoro, i lavandini, alcuni quadri e delle fotografie antiche di Lazise, lo striscione dell’Hellas dei tempi dello scudetto. Tutte le piante, i vasi, i fiori che dall’esterno ornavano la sua ” bottega” sono spariti. Uno squallore attanaglia il posto. Si vede proprio che il pollice verde di Giorgio se ne è andato per sempre. “Avevamo adottato questo angolo di via per renderlo piacevole con i fiori — sottolinea la moglie Gianna Zanoni — proprio per la passione di Giorgio e per l’ammirazione dei turisti stranieri. Con la chiusura della bottega chiude anche il giardino del Ceni.”
“Siamo davvero dispiaciuti della decisione del Ceni — soggiunge Paolo Degani, assiduo cliente — perché oltre ad essere il nostro barbiere, la sua bottega era il luogo dell’incontro, della battuta, della chiacchiera, anche delle informazioni. Se ne va davvero un pezzo lungo oltre mezzo secolo della storia di Lazise.” “Entrare nella bottega del Ceni era come entrare nella storia viva di Lazise — soggiunge Giovanni
Moscatelli — perché le foto antiche, il profumo del dopo barba, del borotalco, il movimento dell’affilatura del rasoio sulla cinghia di pelle, odoravano di un sapore antico, di una storia che abbiamo vissuto insieme, di una trasformazione del paese da luogo dei pescatori a centro turistico internazionale. Dal ceni si è davvero fermata la nostra storia.”
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