Serve un Garda più sostenibile per conquistare il turismo green. Quello che guarda all’ambiente, alla qualità complessiva del territorio e che considera la vacanza un’esperienza globale. È il turismo «lento». Mobilità integrata sviluppando il sistema della navigazione pubblica, anello ciclabile del lago, valorizzazione dei borghi storici, depurazione: sono alcuni dei progetti già possibili.
Alcuni potrebbero essere finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), altri con fondi regionali e locali. A patto che il Garda faccia sistema, ragioni, agisca e parli come un unico soggetto, oltre i confini delle tre regioni. Perché una cosa è certa: il Pnrr premierà le proposte migliori su ampia scala, non interventi polverizzati sui territori. È questo il succo del convegno promosso ieri dal Comune di Moniga «Lago di Garda e Pnrr. Le misure del Governo e di Regione Lombardia per lo sviluppo del turismo sostenibile». Parliamo di una eccellenza assoluta in Italia: 25 milioni le presenze (8 sulla sponda bresciana, 14 su quella veneta, 3 su quella trentina).
Folta la partecipazione di amministratori locali ed operatori, qualificato il tavolo dei relatori, a cominciare dai ministri Mariastella Gelmini (Affari regionali) e Massimo Garavaglia (Turismo). «Il futuro del Lago passa dalla sua tutela in chiave green», precisa subito Gelmini (presidente della Comunità del Garda). Un processo che non si contrappone allo sviluppo turistico: «Al contrario, è la premessa perché si realizzi». Se questo è l’indirizzo, sottolinea, tutti devono «lavorare in modo coerente».
EMBED [Mariastella Gelmini, Massimo Ghidelli e Renato Marcoli]
I temi non mancano. Il Garda, osserva la ministra, «ha bisogno di una mobilità integrata con un servizio di navigazione migliore. È un tema non rinviabile e il Pnrr può aiutare». Altro argomento: l’anello ciclabile. «Renderebbe evidente l’impegno green del Garda», dice Gelmini. «La progettualità è stata avviata. Adesso o mai più, grazie ai fondi Pnrr; qualcosa potrebbero mettere anche la Regione e i Comuni». Però bisogna correre. Gelmini confessa le preoccupazioni del Governo sul rispetto dei tempi concordati con l’Europa riguardo all’attuazione degli interventi finanziati dai 230 miliardi del Pnrr, vale a dire il 2026. L’altro pensiero concerne «la necessità di snellire la burocrazia».
Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, rivolto a sindaci ed operatori, conferma: «I soldi ci sono, presentate buoni progetti». Indica dove il Governo intende soprattutto investire: la formazione (moltiplicando gli Istituti tecnici superiori), la digitalizzazione, la qualità delle strutture ricettive, la valorizzazione di «quel museo a cielo aperto che è l’Italia per distribuire il flusso dei turisti nello spazio e nel tempo». Anche secondo Claudia Carzeri, presidente della Commissione regionale trasporti, la mobilità è decisiva per il futuro del Garda.
La Regione, dice, insiste con il Governo perché le sia affidato il sistema della navigazione per migliorare offerta e servizio; allo stesso modo ha chiesto «con forza la fermata dell’Alta velocità sul Garda»; infine «bisogna risolvere il problema della viabilità stradale da Gargnano a Limone». È fondamentale, ragiona il presidente della Provincia, Samuele Alghisi, «presentare per il Pnrr dei progetti emblematici territoriali». L’area gardesana non manca di problemi, a partire dall’accessibilità. La Provincia, che ha perso le competenze sul turismo, può esercitare un ruolo di regia e di progettazione, sottolinea Alghisi. Ma bisogna correre.
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