Regione Lombardia promuove la parità di genere ‘certificata’ in azienda in quanto rappresenta un pilastro fondamentale per costruire una società e un’economia più giuste e inclusive e prospere.
Un concetto esteso alla filiera agroalimentare che, con la sua capacità di impatto trasversale e il coinvolgimento di più soggetti, può diventare un esempio virtuoso di come questo principio possa tradursi in azioni concrete e misurabili.
Questi gli elementi che hanno caratterizzato l’intervento dell’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Simona Tironi in occasione del G7 Agricoltura di Ortigia. L’esponente lombarda è intervenuta all’evento ‘La sostenibilità economica e sociale di Danone Italia e della sua filiera’.
Lombardia, in azienda parità di genere è certificata
“Regione Lombardia – ha spiegato Tironi – è stata la prima in Italia ad attivare la certificazione della parità di genere stanziando 10 milioni di euro. Tutto ciò per sostenere le imprese lombarde medie, piccole e piccolissime che hanno deciso di impegnarsi per l’ottenimento di questa particolare documento”.
“Siamo convinti che questo provvedimento – ha aggiunto – possa migliorare concretamente le condizioni di lavoro delle donne. In questo modo si riduce infatti il divario retributivo di genere, aumentando le opportunità di crescita professionale e agevolando la conciliazione tra lavoro e famiglia”.
In pratica, il sostegno viene dato alle imprese che attuano azioni a favore della parità di genere e della maternità, dalla parità salariale a parità di mansioni. Sono previsti anche interventi per aiutare le mamme a conciliare tempi di vita e di lavoro.
Sgravi fiscali per le aziende
Le imprese hanno deciso di certificarsi perché hanno potuto vedere il vantaggio non solo legato all’incentivo economico, ma anche al miglioramento della qualità del lavoro, dell’ambiente. La misura infatti favorisce le aziende, che possono fruire di sgravi fiscali e premialità negli appalti. Contemporaneamente, facilita la vita di lavoratrici e lavoratori che possono operare in contesti aziendali sempre meno discriminatori e sempre più inclusivi. Questi ‘nuovi’ ambienti valorizzano infatti le competenze e le differenze individuali.
In Lombardia col primo bando presentate oltre 800 domande
A un anno e mezzo dall’apertura del bando (1° febbraio 2023) gestito da Unioncamere Lombardia, sono state presentate 809 domande da parte di 707 imprese (di cui 67% da aziende sotto i 50 dipendenti) per un importo totale richiesto pari a euro 6.945.000 euro, 2.988.000 euro per servizi consulenziali e 3.957.000euro per servizi di certificazione. I principali settori delle imprese che hanno presentato la domanda sono: commercio all’ingrosso (esclusi autoveicoli); direzione aziendale e consulenza gestionale; produzione di software e consulenza informatica; assistenza sociale non residenziale; lavori di costruzione specializzati.
Le province più rappresentative
Tra le provincie più rappresentate: Milano 40%, Brescia 18% e Bergamo 9%.
“Regione Lombardia – ha sottolineato l’assessore Tironi – ha attuato un’iniziativa pionieristica in Italia che ha già prodotto risultati significativi. A un anno e mezzo dall’apertura del bando, i dati confermano la validità di questa scelta: 707 imprese, in maggioranza piccole e piccolissime, hanno presentato 809 domande per un totale di quasi 7 milioni di euro richiesti”.
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