Forse è colpa di Brahms

MusicaStamattina ascoltavo Brahms a tutto volume e la sua musica mi sconquassa, è sempre così.

Spesso a Sesto ascolto il Requiem Tedesco ed è inevitabile il ricordo di mio padre e mia madre, associare la forza non sontuosa di quella musica che esprime il dispiacere per la perdita assieme all'accettazione della stessa.

Oggi era la volta delle sinfonie (Chailly e Gewandhaus) ed è come quando con la vanga rivolti la terra per preparare l'orto: tornano in superficie pensieri lasciati a lungo in secondo piano, alcuni resi più fertili dall'attesa, altri ancora duri e senza risposte.

Di fronte al possente scorrere della musica mi rimprovero di essere troppo spesso rapito dall'eterno presente di Facebook, di non prendermi il tempo per la riflessione e guardo il mio blog fermo da settimane, secco e disordinato proprio come l'orto a fine inverno.

L'altro giorno sono "andato a sbattere" nel pensiero di Proust dovendo aiutare il nostro giovane batterista alla preparazione dell'interrogazione a scuola: forse perchè mia suocera ne parla spesso, Proust è rimasto in un angolo della mia mente "prima o poi lo leggerò" e capisco anche perchè.

Non si può leggere un pensiero così meticoloso e profondo con la fretta di un tweet o di una mail da spedire entrolo le…: come con Brahms ti devi fermare e ascoltare, accettare che "il tempo" te lo dettano loro, ed è tutto quello che ti serve, né tanto né poco, quello necessario.

Ma a differenza di Proust, così dettagliato nel descrivere ogni passaggio, attento a dissezionare i pensieri come un patologo, Brahms è essenziale, c'è solo quello che serve perchè ha lavorato a lungo, molto a lungo, non per dettagliare ma per togliere il superfluo e lasciarti l'essenza, come per dirti "adesso non hai più motivi per non fare ciò che devi".

Ci sono decine di passaggi che sono per me sintesi di riflessioni già fatte e che nel riascolto mi tornano imperative e chiare: ci hai già pensato abbastanza, ora alzati. Oppure (finale della seconda sinfonia): guardati intorno, non vedi quanti motivi hai per gustare la bellezza e l'energia che te ne deriva?

C'è spesso la malinconia che mi prende quando Marina esce per le sue commissioni: lo so che torna, ma mi rimane sempre il velo di tristezza del distacco (quarta sinfonia primo movimento), il desiderio di prolungare un profumo, uno sguardo, un sorriso, per poi compiacermi della vitalità che ci anima (secondo movimento).

Forse non è colpa di Brahms, tutto avviene nella mia testa e la musica ha solo il compito, niente affatto banale, di evocare e risvegliare sensazioni e riflessioni lasciati a fermentare.

Comunque l'ascolto mi impone di fare la mia parte di, prendere il cammino dove altri lo hanno lasciato (citazione di Beethoven nel finale della prima sinfonia) e decidersi a fare il proprio pezzo di percorso: c'è una dolcezza immensa in quell'armonizzazione una decisione non sforzata ma non meno determinata.

Prendo il violoncello e vado suonare.

 

 

Vai articolo originale: http://blog.gigitaly.it/2014/03/forse-%C3%A8-colpa-di-brahms.html

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