Nell’anno europeo delle competenze Regione Lombardia ha promosso una giornata di presentazione delle esperienze e di illustrazione delle proposte di lavoro innovative dedicate a questo tema.
In particolare, il dialogo e il confronto tra Istituzioni, associazioni di categoria, imprese, università e mondo della ricerca e dell’istruzione ha come obiettivo l’individuazione delle competenze necessarie per fronteggiare le trasformazioni dettate dal mutamento del mondo lavoro. Il tutto con l’obiettivo di rispondere alle esigenze delle imprese e creare attrattività per i territori.
In questo quadro, il momento di lavoro ha analizzato gli strumenti utili per certificare le competenze, l’importanza delle competenze avanzate legate anche all’uso dell‘intelligenza artificiale, e quelle sulla sostenibilità che dovranno avere un ruolo trasversale.
Fontana: valorizzare apporto di imprese e partner sociali e locali
“Le risorse comunitarie – ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – per sortire efficacia di intervento e virtuosa capacità di generare valore, necessitano di un territorio capace di declinare le scelte in maniera responsabile. Occorre valorizzare l’apporto delle imprese e dei partner sociali e locali per individuare i fabbisogni”.
“La chiave vincente, che è nel DNA di Regione Lombardia – ha continuato – risiede nella logica di condivisione di questa responsabilità a tutti i livelli, verticale e orizzontale, e stabilendo ordini di priorità”.
Superare il mismatch
“Diventa per noi doveroso – ha aggiunto – ragionare su formazione continua, mismatch fra domanda e offerta di forza lavoro qualificata e programmazione all’altezza delle aspettative imprenditoriali. Dobbiamo quindi andare oltre l’approccio di voler contrastare la fuga dei cervelli ‘trattenendo’ i giovani. Bisogna programmare, invece, un contesto che sia attrattivo di talenti e competenze anche acquisite altrove”.
Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, Adelina Dos Reis Capo Unità DG EMPL Commissione Europea, Santo Darko Grillo direttore generale INAPP e Coordinatore nazionale dell’anno europeo delle competenze. Erano presenti inoltre Mario Mezzanzanica direttore Dipartimento di Statistica dell’Università Bicocca e Francesco Baroni presidente Assolavoro, Lorenzo Maternini vicepresidente Talent Garden.
Transizione, sfida e opportunità
“La Lombardia – ha affermato l’assessore regionale all’Istruzione Formazione e Lavoro Simona Tironi – come molte altre Regioni europee, si trova di fronte a una serie di sfide senza precedenti. La transizione verso un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori della società. Deve coinvolgere istituzioni, imprese, istruzione e formazione e cittadini”.
“Affinché questa transizione sia un’opportunità per tutti – ha detto ancora l’assessore – è fondamentale investire nelle persone, nella formazione e nello sviluppo delle competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro”.
I pilastri della strategia regionale
“Formazione, valorizzazione delle competenze e aggiornamento professionale – ha spiegato Tironi – sono i pilastri della strategia regionale. Una visione che ha l’obiettivo di realizzare percorsi di formazione professionalizzante e politiche attive sempre più capaci di rispondere ai fenomeni di mismatch. Per questo Regione Lombardia ha attivato azioni che permettono di intercettare i soggetti inattivi e di realizzare misure volte all’orientamento e accompagnamento al lavoro”.
Difendere il modello lombardo di formazione e lavoro
“Siamo a metà del periodo di programmazione 2021-2027 – ha evidenziato Raffaele Cattaneo, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee – ed è proprio quest’ anno che si comincia a discutere il futuro delle politiche di coesione. Purtroppo, in Europa tira un’aria di ricentralizzazione delle risorse sulle politiche gestite dagli Stati nazionali e non su quelle gestite dalle regioni e dai territori. Realtà quali invece sono le politiche di coesione, tra cui il Fondo Sociale Europeo, che è uno dei pilastri”.
Difesa delle risorse
“La Lombardia è dunque impegnata per difendere queste risorse. Ricordo che – ha chiarito – siamo passati da 2 miliardi a 3,5 miliardi in sette anni per le politiche di coesione. Ciò è importante anche per difendere il modello lombardo di formazione e lavoro. Che si basa sul principio di sussidiarietà. Grazie a questo approccio sono nate tante realtà in questi anni che hanno fornito un servizio concreto. Ciò è avvenuto grazie a politiche attive davvero efficaci e con la possibilità di riqualificare i percorsi professionali di molte persone. Cittadine e cittadini che hanno potuto usufruire dei nostri percorsi di formazione, finanziati in parte con il Fondo Sociale Europeo”.
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