Federalismo a velocità variabile? Non è affatto un preludio alla secessione. Semmai è lo status quo che alimenta le spinte centrifughe. Giusto attribuire più competenze alla Regioni che si mostrano capaci di meglio gestire i propri bilanci. In questo modo si stimoleranno anche le altre a raggiungere lo stesso traguardo. La verità è che questo Governo vuol fare del federalismo solo una bandiera.
Erano 19 nel 2001, sono diventate 9, poi 182: le opere prioritarie di grandi infrastrutture nella Finanziaria 2011 sono adesso 27. Mancano però le risorse. Sarebbe forse meglio tornare a un approccio di “lotti funzionali”, articolato nel tempo in funzione della domanda, evitando micidiali stop and go.
Mentre si allargano pericolosamente gli spread tra i nostri titoli di stato e i Bund tedeschi, prosegue il negoziato sulla riforma del Patto di stabilità in vista del Consiglio del 16 dicembre. Le proposte della Commissione rafforzano i vincoli non solo sul deficit di bilancio ma anche sul debito. Come se le due grandezze fossero indipendenti.
Il settore dei servizi rappresenta i due terzi dell’economia mondiale. Eppure, particolarmente in Italia, l’industria rimane al primo posto nelle preoccupazioni dei politici e dei media. Con il rischio di perdere opportunità di crescita, di nuova occupazione e di maggiore presenza delle donne mercato del lavoro.
(fonte lavoce.info)
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