Questa sera 8 febbraio ero presente nell’aula 28 del Tribunale di Brescia, quando poco prima delle 18 è stata emessa la sentenza di I grado che condanna per epidemia colposa a 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) il Direttore Generale di Garda Uno Franco Richetti, e il Responsabile del settore ciclo idrico integrato di Garda Uno Mario Giacomelli. I due sono stati condannati anche ad una serie di risarcimenti delle parti civili rimanenti, soprattutto attività ricettive e di ristorazione, per varie decine di migliaia di euro.
Assoluzione invece il Presidente di Garda Uno Mario Bocchio.
Finalmente un punto fermo ed una certezza nella grave epidemia di gastroenterite che ha colpito migliaia di abitatanti e turisti di San Felice del Benaco nel giugno 2009: la sentenza di I grado ha sancito che l’epidemia è stata causata dall’acqua infetta dell’acquedotto di San Felice, per una colposamente insufficiente attività di manutenzione da parte di Garda Uno.
E’ stata la mia prima volta in un’aula di tribunale, non avevo mai assistito ad un processo, e la mia prima sensazione è di sincero e umano dispiacere per le condanne.
Il giudice però, dopo una lunga e ampia fase dibattimentale, con questa sentenza ha dato un segnale importante: l’acqua è un bene comune primario che va gestito con la massima cura, attenzione e perizia, oltre che mettendo in atto agni azione possibile di prevenzione.
A mio personale avviso questa sentenza dovrebbe stimolare i Sindaci del basso Garda, “azionisti” unici di Garda Uno, a prendere politicamente atto che ora c’è bisogno di ridare fiducia nella nostra acqua pubblica a cittadini e operatori, con un deciso cambio di rotta che non può che passare dalla massima trasparenza e diffusione costante e puntuale di dati sull’acqua e informazioni di gestione, dalla interazione e coinvolgimento delle comunità di riferimento (applicando le Linee Guida per la Qualità dell’Acqua Potabile dell’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità), ma anche aimé da una riflessione sulla necessità di rinnovo nella dirigenza deputata alla gestione della Nostra acqua pubblica.
P.S. – Si chiude finalmente il primo capitolo di questa spiacevole vicenda. Confesso di essere particolarmente esausto, ma sento di non aver sprecato le mie energie se questo lavoro sarà utile per avere un’acqua di ottima qualità per Camilla, per i nostri figli e per tutti noi.
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