Nel contesto delle emergenze radiologiche e nucleari, ENEA, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, al Ruđer Bošković Institute (Croazia) e all’Institute of Radiation Safety and Ecology (Kazakhstan), ha sviluppato due sistemi innovativi di screening rapido delle radiazioni grazie al progetto NATO BioPhyMeTRE, finanziato dal programma Science for Peace and Security della NATO. Il progetto mira a fornire nuovi strumenti per il triage medico in caso di esposizione massiva a radiazioni ionizzanti, validando tecniche all’avanguardia per la rilevazione della dose assorbita.
Sistemi di screening: dosimetria biologica e fisica
Il primo sistema, basato sulla dosimetria biologica, utilizza l’osservazione di anomalie cromosomiche nei linfociti prelevati da un piccolo campione di sangue. I linfociti agiscono come veri e propri “dosimetri circolanti”, registrando i danni causati dall’esposizione alle radiazioni. La metodologia, sviluppata presso il Laboratorio ENEA Salute e Ambiente, permette di applicare simultaneamente due test di dosimetria biologica validati su un unico campione, grazie a un protocollo combinato e all’automazione con strumentazione avanzata per la microscopia. Questo approccio ha moltiplicato la capacità di analisi in tempi ridotti, consentendo di fornire indicazioni precise per il trattamento delle vittime sovraesposte.
La seconda tecnica, elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il partner croato, si basa sulla dosimetria fisica mediante l’analisi della luminescenza otticamente stimolata (OSL). Questo metodo sfrutta oggetti di uso quotidiano, come snack salati o integratori contenenti magnesio, che possono diventare “dosimetri fortuiti” rilevando le radiazioni assorbite. La novità consiste nell’uso di un sistema portatile a basso costo, facilmente utilizzabile sul luogo dell’incidente per eseguire una stima rapida della dose assorbita dalle persone coinvolte.
Importanza di un approccio integrato
Antonella Federica Testa, coordinatrice del progetto BioPhyMeTRE, ha sottolineato come l’utilizzo di entrambi i sistemi consenta di ottenere una valutazione più accurata della dose assorbita, compensando i limiti e i vantaggi dei singoli metodi. Un approccio integrato permette di aumentare la precisione nella fase di triage e di garantire un intervento medico più efficace nelle emergenze.
Reti internazionali e competenze ENEA
ENEA, con una storia di competenze nel campo della dosimetria biologica che risale agli anni ‘60, ha partecipato a numerosi progetti di cooperazione internazionale, dallo studio delle conseguenze di Chernobyl agli Urali del Sud fino al Kazakhstan. L’agenzia è attiva in reti di eccellenza come il WHO BioDoseNet e la rete europea RENEB, che collaborano nella ricerca e nella gestione delle emergenze radiologiche di larga scala.
Foto ENEA
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