ENEA: antiossidanti dagli scarti del pomodoro per l’industria alimentare e agricola

L’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e l’Università della Tuscia hanno condotto una ricerca che ha portato alla scoperta di importanti proprietà nutrizionali negli scarti del pomodoro. Lo studio, pubblicato sulla rivista Food Chemistry, ha esaminato le sanse del pomodoro (buccia e semi), ottenute dalle varietà San Marzano, Sun Black e Colorless fruit epidermis, rilevando un contenuto significativo di flavonoidi e antociani, molecole bioattive note per le loro proprietà antiossidanti.

Un potenziale per il cibo funzionale I ricercatori hanno dimostrato che è possibile trasformare questi sottoprodotti in polveri di pomodoro ricche di antiossidanti, comparabili a quelle già in commercio ma con un maggiore apporto di composti benefici. In particolare, la varietà Sun Black si è distinta per l’elevata concentrazione di antociani e flavonoidi, con percentuali superiori rispetto ad altre varietà, rendendola ideale per l’integrazione in alimenti come pasta, pane e biscotti. Questi prodotti potrebbero così essere arricchiti non solo di antiossidanti, ma anche di fibre alimentari e minerali, migliorando il profilo nutrizionale degli alimenti disponibili sul mercato.

Verso nuovi alimenti funzionali I prossimi passi del progetto includono la sperimentazione dell’integrazione di queste polveri in diversi prodotti alimentari e la verifica della loro efficacia attraverso trial clinici, come spiegato da Lara Costantini, coordinatrice dello studio. Questo tipo di ricerca si inserisce nell’ottica dell’economia circolare, recuperando sottoprodotti che altrimenti verrebbero scartati.

Applicazioni agricole e biopesticidi Oltre all’ambito alimentare, lo studio ha analizzato la possibile applicazione degli estratti di scarto come biopesticidi naturali. I fenoli contenuti nei sottoprodotti del pomodoro hanno mostrato una potenziale efficacia contro batteri e funghi patogeni che colpiscono i raccolti di pomodoro, come il P. syringae e il F. graminearum. Questo potrebbe rappresentare una valida alternativa sostenibile ai pesticidi chimici, contribuendo a ridurre l’uso di sostanze inquinanti in agricoltura.

Riduzione dello spreco alimentare e economia circolare Il pomodoro è una delle colture più diffuse al mondo, con l’Italia come principale produttore europeo. Ogni anno la lavorazione del pomodoro genera milioni di tonnellate di scarti, che potrebbero essere recuperati e utilizzati nell’industria alimentare e agricola. Questo approccio è in linea con la strategia Farm to Fork (F2F) della Commissione Europea, che mira a dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, promuovendo soluzioni sostenibili e innovative.

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