In Bassa Valcamonica, il problema dei pneumatici esausti ha raggiunto proporzioni allarmanti. Grandi quantità di gomme per auto, camion e moto si accumulano ormai a livelli pericolosi, ammassandosi in una vera e propria montagna nera. I piazzali dei gommisti sono sempre più saturi, con cassoni pieni di copertoni che traboccano, creando una situazione di rischio e degrado ambientale.
Davanti a questa emergenza, i gommisti del territorio camuno-sebino lanciano un grido di allarme. Come spiega Beppe Costanzo, gommista di Pisogne e portavoce della categoria, i gommisti si trovano costretti a gestire il problema a proprie spese, nonostante abbiano già versato anticipatamente una quota di smaltimento ai rivenditori per ogni pneumatico acquistato. La situazione è divenuta insostenibile e molti, come Costanzo, hanno dovuto pagare di tasca propria per far ritirare le gomme da una società privata.
Il problema principale risiede nel mancato intervento del consorzio incaricato, che dovrebbe occuparsi del ritiro dei pneumatici usati. A causa dell’esaurimento dei fondi statali destinati allo smaltimento, i consorzi non hanno più la possibilità di operare gratuitamente, lasciando così i gommisti a gestire il problema autonomamente. “È un cane che si morde la coda,” commenta Costanzo, “ma a pagare siamo noi, le nostre attività e l’ambiente.”
Con l’arrivo dell’inverno, il problema è destinato a peggiorare. Presto migliaia di automobilisti si recheranno dai gommisti per sostituire le gomme in vista della stagione fredda, aumentando ulteriormente il numero di copertoni da smaltire. Questa situazione critica, se non gestita con urgenza, potrebbe spingere alcuni a smaltire i pneumatici in modo improprio, con gravi conseguenze per l’ambiente.
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