Eluana

Ho le idee confuse.
Spesso ho le idee confuse. Spesso faccio ragionamenti contraddittori. Su questo tema poi non ne parliamo.

Parto da quello che considero un caposaldo del  mio ragionamento: Se fossi nelle condizioni di Eluana vorrei che mi si lasciasse morire in pace.

Sedici anni sono tanti. Sono tanti per chi vive attorno ad una persona che non ha nessuna speranza di risvegliarsi. Sono tanti anche per quella persona che non si risveglierà mai.
Ho letto la lettera di Adriano Celentano sul Corriere. Toccante e significativa. Quando ho finito di leggerla mi sono chiesto: E se Eluana avesse bisogno effettivamente di lasciare questa vita per poter definitivamente raggiungere Nostro Signore? E se fossimo noi che da sedici anni tratteniamo l’anima imprigionata nel corpo di Eluana?

Gli uomini non sono Dio e non possono e non devono tentare di sostituirsi a Lui. La Vita è un dono di Dio. Ma quella di Eluana è vita? attaccati alle macchine significa vivere? Qui non stiamo parlando di un tumore da togliere o una malattia da curare. Qui stiamo parlando di una vita che non c’è tenuta attiva da delle macchine. La natura, che è sempre un dono di Dio, deve fare il suo corso.

Io non so cosa, in questo caso, sia giusto e cosa sia sbagliato. Credo che ognuno di noi abbia il diritto di scegliere. Ne risponderà poi alla propria coscienza (per chi non crede) o al proprio Dio (per chi crede).

In questi giorni io prego affinchè Eluana possa vivere una vita. Una vita migliore.

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