Il professor Clark stava in realtà discutendo un altro articolo descritto nel libro di cui sopra, che dimostrava come i possibili partner diventano più attraenti man mano che si approssima l’orario di chiusura dei locali (ma solo per i single, ovvero per chi deve operare una scelta – con chi provarci? – e vede restringersi il tempo a disposizione), e come capita sempre in questi casi gli scappò un commento riguardo alla necessità tutta maschile di affinare sempre le proprie armi seduttive. Apriti cielo! ecco che alcune giovini studentelle si dicono soprese: altroché, fanno queste, anche noi dobbiamo impegnarci per fare conquiste! come no, replica Clark, anzi dai facciamo che sistemiamo questa cosa una volta per tutte.
Detto fatto, ecco che cinque studentesse e quattro studenti, tutti giovani e di bell’aspetto, cominciano a vagare per il campus facendo una semplice domanda ai membri del sesso opposto: “
Ti ho notato nel campus e ti trovo attraente, vorresti venire a letto con me questa notte?“.Nessuna donna ha detto sì, il 75 % degli uomini si è invece dimostrato disponibile (qualcuno chiedendo anche “perché aspettare questa sera?”), e va notato che il 25% che ha risposto negativamente ha sempre addotto una scusa valida (alcuni ad esempio erano sposati).Non finisce qui peraltro, perché se la domanda cambiava in “Vorresti uscire con me stasera?” i risultati mutavano drasticamente: a questo punto per entrambi i sessi il 50% accettava e il 50% rifiutava (con “vorresti venire nel mio appartamento stasera?” invece i risultati restavano pressocché identici al primo esperimento, 69 a 6). Clark si stupì che bastasse chiedere a una donna di uscire per ottenere una percentuale di successo del 50%, io preferisco notare come basti chiedere a un uomo di fare sesso piuttosto che di uscire per incrementare drasticamente le chance di ottenere un sì.
L’esperimento è stato pubblicato, dopo anni di rifiuti, sul Journal of Psychology & Human Sexuality [2 (1): 39-55] col titolo “Gender differences in Recept
ivity to Sexual Offers”.Vai articolo originale: http://scienzology.blogspot.com/2010/09/elefanti-in-acido.html